Leivi, la casa «verde» vietata dal Comune

Assolutamente ecologica, forse troppo per i gusti indigeni. Legno dall'Estonia, batterie e pannelli solari per la casa che Davide Coppeno s'è costruito al Curlo di Leivi, sulla collina puntando il mare. Un po' di curve, strada sterrata macinata col gippone: eccola, allure da chalet della Val Gardena, ma contestualizzata nel concetto. E soprattutto coerente con una filosofia reale di compatibilità che la rende un «must» per gli ambientalisti. Ma non per il Comune secondo cui Coppeno avrebbe «illecitamente realizzato un immobile diverso da quello assentito», e che quindi, ahilui, deve «ritoccare». Tradotto: rivestire la casa per il 50 per cento con pietra a spacco, sostituire la via d'accesso con gradini, il parapetto in legno in pieno non va bene, etc etc. Perché la faccenda negli anni è montata mentre la casa ecologica traccheggia nell'attesa di fugare l'orrenda ipotesi della pietra a spacco, onde renderla omogenea alle altre costruzioni in loco. Il Davide furioso ricorre contro il Comune al Tar, che rigetta, condannandolo anche a pagare 3.000 euro di spese giudiziarie. L'impasse è servito: lì c'è la sua casa, i risparmi di una vita, un progetto curato nel dettaglio per materializzare la teoria simulata negli stand da ambientalisti&Co.
«È l'unica casa totalmente ecologica della Liguria» perora Davide, e a supporto si schiera Legambiente con Federico Borromeo che annuncia: «Ne faremo una battaglia politica». Listelli di legno posti in verticale a contenimento della collina, assolutamente legno per la casa, parapetto in legno pieno e pannelli solari piazzati nel campo adiacente alla casa. E perché non sul tetto? «La commissione edilizia esprime parere favorevole a condizione che i pannelli solari non vengano realizzati sulla copertura del fabbricato - racconta Davide -. Gli stessi dovranno essere collocati nelle aree limitrofe e mascherati con arbusti e cespugli». Tipo marines, ma Davide si scalda: «A quale scopo? Non solo ne ho messi di meno, ma non posso utilizzare neppure quel pezzo di terra. Come faccio a farli funzionare? Chiedo variante, respinta senza motivo». Davide ricostruisce la storia della sua casa delle case, «antisismica, coibentata, riciclabile, a bassissimo consumo e zero inquinamento. La casa funziona a batterie che ho alloggiato in una sorta di manufatto in legno, che contestano come abusivo consigliandomi di piazzarle nel vano caldaia. Follia, è pericolosissimo, quindi le tengo qui di fianco e ne utilizzo solo una parte, mentre le altre si stanno deteriorando». Come sta marcendo il legname accatastato nella piana, destinato ad altre due casette agricole. Disperato Davide, che s'è venduto la casa di Cavi per comprare il terreno al Curlo e oggi vive qui senza abitabilità, né numero civico. Il Tar ha autorizzato Coppeno solo a costruire la tettoia per la legna. Debacle totale.

«Resta il Consiglio di Stato» sbotta. Dal Comune solo l'asciutta dichiarazione del sindaco Vittorio Centanaro: «Questa faccenda l'ho ereditata. E comunque c'è stato un preciso pronunciamento del Tar che ci ha dato ragione».

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