Antonio Sellerio, direttore editoriale di Sellerio, ci dà un commento ai numeri diffusi dall'Aie?
«Non possiamo dire di essere in controtendenza rispetto al mercato, perché il 2023 era stato un ottimo anno e nel 2024 abbiamo venduto leggermente di meno, ma restiamo molto contenti. Siamo abituati a stare in un mondo che non cresce o, se cresce, cresce molto poco, quindi tutto quello che si vende è un aumento di quota di mercato».
Che cosa vi ha consentito di lavorare bene?
«La ricerca continua di autori, il rapporto consolidato con quelli più forti, come Manzini prima di tutto, poi Robecchi, Malvaldi, Bartlett, per citarne alcuni, con cui si costruisce un legame, e poi coerenza editoriale e omogeneità di proposta. Sulla ricerca autori, uno dei nostri grandi successi del 2024 è Storia di mia vita di Janek Gorczyka, romanzo di un clochard polacco: non un risultato ovvio. Vitale nel 2025 sarà il centenario camilleriano: 12 titoli in una nuova collana, una scommessa commerciale ma anche editoriale, per incontrare generazioni che Camilleri non lo hanno ancora letto».
Che cosa invece ha rallentato le vendite?
«Al di là dei settori, il canale di vendita che soffre di più è quello delle librerie indipendenti: nell'immediato post Covid avevano reagito meglio, ma nel 2024 sono andate in sofferenza. Per l'eliminazione del bonus 18app e del contributo alle biblioteche perché acquistassero in librerie fisiche.
Mi auguro che quest'ultimo sia rinnovato: c'è stato un cambio generazionale e i nuovi librai sono sorprendenti: in molti piccoli centri fanno opera di promozione culturale. Da editore indipendente che non ha una sua catena libraria di sbocco come invece i grandi gruppi italiani, credo siano un soggetto che va doppiamente salvaguardato».SVit
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