di Walter Galbusera*
La decisione di trasformare Ecopass in tassa di congestione ha prodotto reazioni prevedibili e contraddittorie, ma ha anche fatto emergere elementi di preoccupazione sottovalutati nell’elaborazione del provvedimento. Le intenzioni sono del tutto condivisibili ma occorre avere un progetto organico e una idea sufficientemente chiara degli effetti che le scelte producono» si legge nella lettera aperta della Uil al Comune di Milano. «Come era ovvio l’area C si è rivelata ininfluente per finalità ambientali come del resto lo è stato Ecopass. La diminuzione dell’inquinamento è un obiettivo che va perseguito con i più efficaci strumenti contro tutte le fonti che lo generano e su di una superficie molto estesa.Nell’approccio del Comune non appare alcuno scenario per il futuro della città che non sia un po’ meno traffico (ma solo in centro)e un po’ meno emissioni (sempre solo in centro). Paradossalmente oggi è più difficile entrare o uscire da Milano piuttosto che entrare in centro. Nell’ambito della mobilità milanese l’area interna alla Cerchia dei Bastioni è quella che presenta i minori problemi. La questione centrale rimane quella dei parcheggi, sia di interscambio ai confini della città presso le stazioni metropolitane e ferroviarie che di quelli interrati in città. La differenza tra il fabbisogno e le reali disponibilità è enorme. Per le oltre 500.000 auto che entrano ogni giorno in città, i posti disponibili nei parcheggi di interscambio sono poco più di 20.000. Per Milano è indispensabile il completamento delle linee 4 e 5 della MM e una maggiore offerta di trasporto pubblico ridefinendone gli assetti tariffari per incentivarne l’uso. Pur convenendo sulle buone intenzioni della Giunta, vogliamo osservare che oggi non ha alcuna giustificazione mantenere la tassa, se non per conservare il gettito tributario. Tra tassa ecologica e tassa di congestione è sicuramente più corretta la seconda, perché agisce nei confronti di tutti i cittadini, ma il provvedimento è stato assunto dopo aver indotto molti automobilisti (e soprattutto molte aziende) a cambiare i loro mezzi con altri meno inquinanti. Inoltre si è rinunciato ad una articolazione più equa della tariffa in funzione della dimensione del mezzo e della tipologia di utilizzo. Neppure è chiaro perché si esentino i veicoli ibridi e non quelli alimentati a gpl e metano che usano lo stesso combustibile. Nello stesso tempo si incentiva l'accesso al centro con le moto.
Trattandosi di sperimentazione le misure non possono non avere un carattere di reversibilità e per questo ci auguriamo che questa complessa materia venga ridiscussa con maggiore organicità e con il coinvolgimento effettivo di tutti gli interlocutori più rappresentativi della città.*segretario regionale Uil
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