125 anni dal "J'accuse...!". Quel manoscritto che svela chi era Émile Zola

Ieri l'anniversario della storica lettera con la quale lo scrittore francese difese il generale Dreyfus accusato di spionaggio. Cosa dice la sua grafia

125 anni dal "J'accuse...!". Quel manoscritto che svela chi era Émile Zola

Dalla scrittura e dalla firma dello scrittore francese Émile Zola emerge una personalità non facile da inquadrare in quanto sempre alla ricerca di sé stesso avendo come obiettivo una società sempre migliore.

Amante del bello e dell’arte, Zola possiede un notevole senso estetico (vedi grafia elegante e curata me anche sciolta e scorrevole sia nel testo sia nella firma) che lo porta a vivere una sorta di interdipendenza tra Scienza e Arte letteraria. È forse questo il motivo che lo ha spinto a scegliere il giornalismo come forma espressiva adatta al suo spirito.

Di temperamento sanguigno, egli ha sempre optato per una vita intensa e attiva, esprimendo in questo modo anche la sua innata notevole ambizione (vedi firma più grande del testo), nata forse da esperienze sofferte in giovane età.

Possiede una notevole energia (vedi pressione forte e modulata), che lo ha sempre spinge ad investimenti costantemente produttivi, rendendolo però anche facilmente insoddisfatto per il fatto di pretendere sempre il meglio da sé, rischiando punte di perfezionismo. Tutto ciò può averlo portato a cercare nello scontro e nella straordinarietà un modo per farsi notare.

Sicuro delle proprie convinzioni, egli ha portato avanti il proprio credo con determinazione e tenacia con l’evidente rischio di dover poi pagare di persona questa sua arroganza.

Ciò non toglie nulla alla sua raffinata sensibilità intellettuale che, unitamente ad una sofferta emotività, ha senza dubbio favorito da un lato la scalata verso il successo, ma dall’altro ha provocato contrapposizioni da parte di chi non vedeva di buon occhio il suo modo di porsi.

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