Da qualche anno a questa parte, la parola "mindfulness" è entrata con forza nei nostri vocabolari e nella vita quotidiana di molti di noi, tra corsi, libri, influencer che ci raccontano come abbia cambiato loro la vita. Spesso però il reale significato, o quello che viene raccontato su questa pratica, non è esattamente corretto. A fare chiarezza: I sentieri della meditazione- Mindfulness: cos'è, cosa non è e perché ha cambiato il mondo (Piemme), il nuovo libro di Dejanira Bada, scrittrice, giornalista e studiosa divulgatrice, istruttrice mindulness e del Protocollo MBSR, oltre ad essere un'insegnante di yoga.In questo libro, ricco di esercizi pratici per intraprendere: "la via luminosa della consapevolezza" un lungo percorso di ricerca che passa dagli insegnamenti di alcuni mistici come Meister Eckhart o Angelus Silesius fino ai grandi maestri zen. Qualcosa che non necessita di luoghi magici e lontani dalle città, ma del solo nostro desiderio di cambiare profondamente, attraverso la pratica della meditazione.
Il suo libro si pone come obiettivo di spiegare il reale significato di “mindfulness”, questa parola diventata così nota ai nostri tempi, a cui si danno diversi significati. Secondo la sua esperienza, quale impatto ha sulle persone?
"Meditare ci permette di diventare realmente consapevoli di quello che sentiamo nel profondo. La mindfulness ci pone davanti a noi stessi, alla verità dei nostri sentimenti. Non si può fingere. Non ci si può mentire. E sono proprio l’onestà e la conoscenza a permettere di fare le scelte migliori, quelle giuste. L’impatto consiste nel poter smettere di essere schiavi dei propri condizionamenti mentali".
La consapevolezza, "questa via luminosa", è il punto d'arrivo a cui tutti ambiscono, spesso però raggiungerla significa rimanere soli. Perché ha così valore per le persone?
"Perché è l’unico vero modo per essere vivi. Se non siamo consapevoli e presenti, non stiamo vivendo, stiamo procedendo con il pilota automatico inserito senza nemmeno accorgerci di quello che accade dentro e fuori di noi. Non credo che raggiungere una maggiore consapevolezza porti a rimanere soli, anzi, più si sarà consapevoli e più si sarà capaci di riconoscere chi abbiamo intorno, cosa e chi ha valore nella nostra vita".
Racconta che non esiste un modo giusto o sbagliato di meditare, in pratica l’importante è perseguire questa via con costanza, come possiamo però avere l’idea che stiamo davvero facendo la cosa giusta?
"Lo sentiremo. Lo capiremo. E non con il pensiero. Ne faremo esperienza diretta. Cosa ci può essere di sbagliato nello stare semplicemente seduti a osservare il proprio respiro? Potremmo trovare sbagliato provare certe sensazioni o emozioni, notare l’arrivo di certi pensieri… Ebbene, in realtà non è mai sbagliato quello che si manifesta nel corpo o nella mente, si tratta soltanto di quello che c’è in quell’esatto momento presente; l’importante è allenarsi al non-giudizio, al riconoscere l’avversione o l’attaccamento che proviamo nei confronti delle nostre stesse emozioni o di ciò che è fuori di noi, e gestire tutto con pazienza, osservando l’andare e venire di tutti questi fenomeni, senza cercare risultati".
Nel libro spiega che il mindfulness non è una tecnica di rilassamento e neanche una religione. Cosa è?
"Non posso dire che cos’è. Come spiego nel libro, è complicato parlare di qualcosa che si dovrebbe sentire e sperimentare… al massimo è possibile provare a descrivere cosa non è. Nella prima parte racconto anche come la mindfulness è arrivata da noi, oggi, qui in Occidente, ma poi sarà interessante intraprendere il percorso proprio per via negativa".
A proposito di questo, nel libro parla degli insegnamenti di alcuni mistici "della via negativa", di cosa si tratta?
"Partendo dalla filosofia orientale, sono arrivata a scoprire i nostri mistici cristiani. Ho trovato molti punti in comune, e nella prima parte del libro li metto a confronto. Il presupposto della via negativa era che non si può descrivere Dio, parlarne, dire che cos’è, al massimo si può provare a dire cosa non è. Ed ecco l’idea per parlare di meditazione e di mindfulness, forse l’unico modo possibile per farlo. Come scrivo nel libro, non possiamo usare descrizioni, nomi, etichette, non possiamo conoscere, sapere, ma soltanto contemplare, nel silenzio, e per farlo è necessario togliere, svuotarsi, abbandonare l’ego, il corpo, il concreto, l’intelletto, ogni attaccamento. Nulla da cercare, nulla più da desiderare. Uno dei più importanti esponenti di questa corrente fu Meister Eckhart, che infatti cito tantissimo nel libro. Ma anche Margherita Porete, che nel suo 'Lo specchio delle anime semplici' scrive: 'Poiché altro Dio non v’è, se non quello del quale nulla si può conoscere perfettamente. Infatti, il mio Dio è soltanto colui di cui non si può dire parola'".
In che modo la mindfulness può cambiare la nostra vita?
"Credo di aver risposto in parte già nella prima domanda. Posso aggiungere che grazie al metodo ufficiale per la riduzione dello stress basato sulla mindfulness, il Protocollo MBSR, ideato dal biologo statunitense Jon Kabat-Zinn, sia possibile provare sulla propria pelle certi cambiamenti, sia a livello fisico che mentale. Medito tutti i giorni circa trenta minuti al giorno e i benefici li vedo e li vivo ogni momento: se mi stresso recupero molto più in fretta il mio equilibrio psicofisico, se inizio a rimuginare con la mente me ne accorgo e smetto di farlo, sono presente e consapevole di ciò che dico e faccio e quindi molto più responsabile, mi accorgo quando ho l’ansia e cerco di gestirla al meglio, occuparmi di me mi permette di essere maggiormente presente per gli altri. Senza parlare dell’apertura mentale che tutto questo comporta".
La meditazione è un percorso empirico che deve essere sperimentato per essere davvero compreso. Il suo libro come può aiutare a seguire questa via?
"Leggendolo fino alla fine, arrivando alla terza parte, in cui ho inserito anche tre pratiche che arrivano direttamente dal Protocollo MBSR, e poi mettendolo da parte. Il libro sarà sempre lì quando vorremo recuperare dei concetti filosofici anche molto interessanti ma la cosa importante da fare sarà iniziare a praticare.
Lo dicono da secoli anche i grandi maestri d’Oriente e d’Occidente: è necessario e anche ammaliante conoscere, imparare, sapere, studiare, ma poi bisogna saper lasciar andare la parte intellettuale e buttarsi nella pratica, nella pura contemplazione. E precisiamo, la mindfulness è un percorso di tipo laico. Ognuno poi può sviluppare o vivere la propria spiritualità come meglio crede oppure non farlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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