Londra - Tempesta sullo squalo australiano. Continuano i guai per Rupert Murdoch, il tycoon propietario della News Corporation. Dopo il filone inglese, prende corpo anche un'indagine statunitense. L’Fbi ha aperto un’inchiesta sulla News Corporation, il gruppo editoriale che fa capo a Rupert Murdoch. Lo ha reso noto l’emittente Msnbc, citando fonti vicine all’inchiesta. L’indagine vuole accertare se giornalisti delle testate del gruppo abbiano intercettato telefonate dei familiari delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001.
Il fronte inglese "Ci saranno sempre individui affamati di scoop e un giornale non sarà mai di proprietà di angeli. Ci saranno sempre dei grandi in competizione tra loro, la stampa è un bene pubblico ma è anche commerciale". Parlando dello scandalo delle intercettazioni scoppiato nel Regno Unito, il vicepremier britannico Nick Clegg ha spiegato che "l'istinto competitivo dei giornalisti di avere prima le notizie a volte va oltre altri interessi e possono esserci pratiche illegali e illecite come quelle che hanno portato a questo scandalo. Non voglio vivere in una società in cui i politici hanno troppa fiducia nella stampa".
Il pugno duro di Clegg "Chi si sente troppo fiducioso nei confronti della stampa sbaglia, dovremo continuare a far in modo che ogni singolo scandalo sia portato alla luce", ha detto il vicepremier britannico. "Adesso abbiamo l'opportunità di lavorare insieme, negli ultimi anni abbiamo imparato che il cambiamento nelle istituzioni britanniche può avvenire in momenti di grande crisi come questo - ha continuato Clegg - la riforma del futuro deve portare avanti la libertà di stampa, sarebbe sbagliato rispondere a questa crisi togliendo una libertà vitale per una società aperta e trasparente su informazione e corruzione". "Non dimentichiamo che quello a cui stiamo assistendo riguarda solo alcune persone, ci saranno indagini e i politici devono resistere alla tentazione di porre troppe restrizioni sui media. Non cederemo a questa tentazione, ci impegniamo per una stampa libera e per prevenire altre crisi del genere".
Il fallimento dell'Authority "L'authority per le comunicazioni ha fallito", ha detto Clegg spiegando che "bisogna rispondere non solo alle singole lamentele di chi subisce, ma a tutti quelli rimasti scioccati". "Ad esempio, nel 2007 Kate Middleton fu assalita da troppi giornalisti e l'authority si mosse solo dopo la sua lamentela - ha concluso il vicepremier britannico - bisogna che l'industria non fornisca certe informazioni, la reputazione pubblica deve rimanere intatta da accuse che vengono messe in prima pagina".
Un altro arresto La polizia britannica ha intanto annunciato l’arresto di un uomo di 60 anni. L’uomo, del quale non è stata rivelata l’identità, è stato prelevato nella sua abitazione questa mattina. È "sospettato di cospirazione finalizzata a intercettare comunicazioni" ed è stato messo in carcere. Venerdì la polizia aveva arrestato, prima di concedergli la libertà condizionata, Andy Coulson, caporedattore del tabloid all’epoca dei fatti e che si è dovuto dimettere a gennaio dal suo posto di direttore della comunicazione del primo ministro David Cameron. Andy Coulson è sospettato di "corruzione e di pirateria di segreterie telefoniche" e l’indagine verte inoltre "su pagamenti indebiti fatti alla polizia".
In manette l'ex dirretore È l’ex vicedirettore del News of the World Neil Wallis, l’uomo di 60 anni arrestato oggi in Gran bretagna in connessione con lo scandalo delle intercettazioni. Lo rendono noto i media britannici, dopo che Scotland Yard si era limitata ad annunciare un nuovo arresto, il nono su questo dossier. Wallis era stato chiamato a fare il vice di Coulson nel 2003.
Il tycoon e il figlio alla Camera dei Comuni Rupert e James Murdoch compariranno martedì prossimo davanti alla Commissione Media, Cultura e Sport della Camera dei Comuni, come ha annunciato la News Corp. Il magnate australiano si era inizialmente detto "non disponibile" mentre il figlio aveva chiesto di poter rinviare la sua audizione.
La decisione arriva dopo le critiche espresse dal premier, David Cameron, che ha chiesto a entrambi di presentarsi in Parlamento, e dal vicepremier, Nick Clegg, che si è augurato che i Murdoch mostrassero "un minimo di senso di responsabilità".
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