Sulla vicenda che ha coinvolto l'ex direttore del Fmi Dominique Strauss-Kahn, accusato di stupro da una cameriera dell'hotel Sofitel di New York, sembra ci sia ancora molto da dire. Dopo tutte le rivelazioni fatte negli ultimi mesi sul giallo, che hanno provato a fare la luce sugli avvenimenti, il quotidiano francese Liberation oggi rende noto un nuovo dettaglio che non aiuta a eliminare dal piatto l'idea che contro Strauss-Kahn possa essere stato ordito un complotto, volto a porre fine alla sua carriera politica.
Il giorno in cui avvenne l'arresto di Dsk, rivela Liberation, il procuratore di New Tork, Cyrus Vance Jr., ricevette due chiamate dalla Francia. La prima proveniva dal ministero degli Esteri, la seconda dal ministero della Giustizia. Telefonate che forse non sono solo coincidenze, anche se in merito non ci sono prove certe, ma che secondo il quotidiano sarebbero servite a mettere la procura americana al corrente della situazione che riguardava l'ex direttore del Fmi. Strauss-Kahn era infatti già accusato di aggressione dalla scrittrice e giornalista francese Tristane Banon, che ebbe poi modo di dire come l'uomo avesse tentato di aggredirla in occasione di un'intervista che lei aveva realizzata. E ad aggiungersi a questa imputazione anche una storia di escort e festini a Lille, un'indagine che, nel momento dell'arresto, era ancora coperta dal segreto istruttorio.
Non è solo Liberation a tornare sul caso Strauss-Kahn, ma anche Le Monde. Secondo il quotidiano all'Eliseo - e a Nicolas Sarkozy - sarebbe stata ben nota la "passione" dell'ex direttore per il gentil sesso. Il presunto complotto avrebbe quindi avuto lo scopo di scongiurare il pericolo di una scalata all'Eliseo da parte del socialista, fatto che i sondaggi davano ormai come certo.
Liberation parla di ben "tre fonti differenti" pronte a confermare che proprio le due chiamate partite da Parigi avrebbero fatto in modo che Dsk, inizialmente portato al commissariato di Harlem, e pronto a lasciarlo su cauzione di 250 mila dollari, non venisse rilasciato ma finisse invece in una cella del carcere di Rikers Island. Rivelazioni che si aggiungono alla comparsa online nei giorni scorsi del video della sicurezza dell'hotel Sofitel, che mostra le immagini riprese dalle videocamere interne dell'albergo e una strana "danza di gioia" di due dipendenti, interpretata da qualcuno come un'ulteriore conferma della tesi complottistica. Difficile però, almeno in questo caso, dare peso all'interpretazione.
Il Quai d'Orsay si è affrettato oggi a smentire che il ministero degli Esteri abbia mai effettuato la telefonata contestata, ma l'ufficio del procuratore Vance non ha ancora rilasciato commenti in merito.
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