Tripoli - Gli insorti libici hanno dato il via all’operazione "Alba della sposa del mare" (Fajr Arus al Bahr) per "liberare" Tripoli. È quanto afferma la tv Al Arabiya citando "fonti della rivoluzione" libica. "Sposa del mare" Mediterraneo è uno degli appellativi con cui viene chiamata la capitale libica. I ribelli avrebbero già preso il controllo dell’aeroporto internazionale di Tripoli, come ha annunciato la radio degli insorti a Misurata, precisando che un nutrito numero di miliziani sta ora dirigendosi verso il centro della capitale con l’obiettivo di prendere il controllo del palazzo della tv di Stato e delle stazioni radio. La stessa emittente radiofonica ha riferito che oltre 10 mila ribelli stanno partecipando alle operazioni per la conquista di Tripoli. In precedenza i ribelli hanno annunciato di aver conquistato il pieno controllo delllo strategico porto di Brega. Nelle ultime ore, gli insorti avrebbero ripreso anche Zawiya.
L'ex numero 2 passa all'opposizione Abdessalam Jallud, ex braccio destro del colonnello Muammar Gheddafi ed ex numero due del regime libico, caduto in disgrazia a metà anni Novanta, è riuscito con successo a fuggire dalla roccaforte del Raìs: "Ha lasciato Tripoli, si è unito" all’opposizione, ha dichiarato il portavoce militare della rivolta, il colonnello Ahmed Omar Bani. Jallud si è rifugiato un un primo momento a Djerba, da dove sarebbe partito alla volta dell'Italia, anche se questa non sembra essere la destinazione definitiva, ma solo un luogo di passaggio.
Allontanato dal regime negli anni '90 La defezione di Abdessalam Jallud è stata annunciata nella sera di ieri da molti mass media dell’opposizione. Le autorità libiche però minimizzano la portata dell'evento ricordando "Jallud aveva abbandonato da tempo la politica e trascorreva molto tempo all’estero per cure mediche, dal momento che soffre di malattie cardiache". L'uomo è stato a lungo considerato il numero due del regime, prima di essere emarginato a partire dal 1990. Ha esercitato le funzioni di primo ministro dal 1972 al 1977. Ha occupato molti ruoli ufficiali, in particolare quelli di vice primo ministro, ministro delle Finanze e dell’Industria. Dopo i contrasti con il colonnello, era stato allontanato e si era ritirato dalla vita politica. È stato per molti anni agli arresti domiciliari.
Smentite le voci sulla fuga del Raìs Le autorità libiche intanto hanno smentiti le voci sulla fuga di Gheddafi rese note dai ribelli ribaendo che né il leader, né la moglie o i figli hanno intenzione di lasciare il Paese. Anche i funzionari Usa e della Nato non hanno nessuna indicazione che Gheddafi stia preparando la fuga. Le dichiarazioni delle autorità libiche giungono nel momento in cui fonti americane sostengono che il leader libico si stia preparando per un’ultima resistenza a Tripoli mentre prosegue la campagna aerea della Nato dopo le notizie dei progressi dei ribelli. Un altro funzionario Usa sostiene che il piano di Gheddafi potrebbe riguardare un’ultima offensiva militare contro i civili lanciata da una delle sue principali roccaforti intorno alla capitale libica. Secondo il rappresentante alla Lega araba del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, Abdul-Monem al-Houni, il leader libico ha invece contattato diversi governi, tra cui quelli egiziano, marocchino, algerino e tunisino, per garantire un rifugio sicuro alla moglie Safia Farkash, alla figlia Aisha, alle nuore e ai nipoti. Fonti diplomatiche occidentali al Cairo e a Tripoli hanno inoltre riferito al quotidiano di precarie condizioni di salute del colonnello, che spiegherebbero così le sue rare apparizioni in pubblico.
Cecchini del raìs sui tetti Le forze leali a Muammar Gheddafi hanno iniziato a bloccare le strade di Tripoli con vere e proprie barriere e hanno istituito checkpoint; sembra che si stiano preparando per una battaglia infatti hanno posizionato molti uomini sui tetti. Lo racconta Rabie Salem, scappata dalla capitale libica oggi. "La situazione a Tripoli è tragica, ci sono forze di sicurezza ovunque ma non c'è gas né elettricità.
La gente vive nella paura e nessuno uscirà fuori a manifestare", ha raccontato. Lei e la sua famiglia avevano provato a fuggire ieri, ma le forze di Gheddafi li hanno fermati a un checkpoint. La donna ha spiegato che stamattina è riuscita a scappare viaggiando su strade secondarie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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