Chi vuole essere femminista?

Emma Watson sommersa dalle critiche per aver 'mostrato il seno'

Chi vuole essere femminista?

E siamo sempre qui. Ancora una volta si parla di donne e corpo. Questa volta la protagonista della vicenda è Emma Watson, che in vista del suo nuovo film in uscita, La Bella e la Bestia, compare in un magazine americano con indosso un bolerino bianco che lascia intravedere un po' di pelle nella zona del seno. E allora? Beh, questi pochi centimetri di stoffa hanno sollevato le polemiche delle femministe inglesi più puritane. Una tra loro, la giornalista Julia Hartley Brewer ha twittato: «Femminismo, dfemminismo...gender gap...come mai nessuno mi prende sul serio? Femminismo...oh, ecco qui ci sono le mie tette» riferendosi allo scatto 'scandaloso'.

Insomma, siamo nello stesso campo in cui qui da noi si sono scontrate Caterina Balivo e Diletta Leotta qualche tempo fa a Sanremo. La prima infatti ha criticato l'abito troppo succinto sfoggiato dalla seconda, accusandola di non essere credibile per parlare di privacy con indosso così poca stoffa. Ancora una volta polemiche sul corpo delle donne fatte dalle donne.

Non è la prima volta per Emma che è già stata oggetto di critiche da parte dei fan sull'argomento femminismo, anche in occasione della morte del collega Alan Rickman, con cui ha recitato per ben 7 anni nella saga di Harry Potter. L'attrice ha riportato su Twitter una frase a lui attribuita: «Non c’è niente di sbagliato nel fatto che un uomo sia femminista, è per il nostro reciproco vantaggio». L'hanno accusata subito di essere un'opportunista e di aver colto l'occasione della morte del povero interprete di Severus Piton per farsi propaganda.

La Watson si è da sempre schierata sull'argomento, è ambasciatrice Onu dal 2014 ed è impegnata nella campagna #HeforShe che invita gli uomini a fare del proprio meglio per ridurre il gender gap ovvero le disuguaglianze di genere. Ha lanciato anche Our Shared Shelf, un book club virtuale sulla piattaforma Goodreads dove consiglia letture sull'argomento.

Nel suo discorso di apertura da ambasciatrice ha affermato: «Ho deciso di diventare femminista e la cosa non mi sembrava complicata. Ma le mie ricerche più recenti mi hanno fatto scoprire che femminismo è diventata una parola impopolare. Le donne si rifiutano di identificarsi come femministe. A quanto pare sono considerata una di quelle donne le cui parole sono percepite come troppo forti, troppo aggressive contro gli uomini, persino non attraenti. Perché questa parola è diventata così scomoda

Ma chi vuole essere femminista oggi? Vuol dire parità di genere, a prescindere dalle letture impegnate, dalle manifestazioni, tutti dovremmo essere femministi. Lo ha scritto Chimamanda Ngozi Adichie in un breve libretto che andrebbe distribuito nelle scuole, lo ha stampato nelle magliette Maria Grazia Chiuri di Dior sulle passerelle di Parigi lo scorso settembre, lo ha dichiarato l’attuale premier canadese Justin Trudeau in uno dei suoi ultimi discorsi. E questi sono solo alcuni esempi.

Grazie al corpo delle donne si sono fatte molte battaglie femministe,

con un orlo che si alza, un bustino che si toglie, le Pussy Riot o le Femen lo sono addirittura nude. Perchè una fotografia sexy in un magazine non può essere femminista?

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