Grrrrooarrrrr!

Quest'autunno inverno 2017 2018 l’animalier torna a ruggire

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Le giacche tigrate da cui tracimano le morbide e generose forme di zia Assunta, epico personaggio de La Tata. I tailleur avvitatissimi della stessa Tata, alias Francesca Cacace. Le mini gonne di certe femmine sfrontate che vogliono urlare al mondo la loro sessualità. Le pellicce di signore un po' in là con gli anni che, come accadeva alla vecchia signora di Pirandello “parata come un pappagallo”, cercano di spostare l'attenzione dalle rughe e dagli impietosi segni del tempo. L'animalier in tutte le sue varianti - maculato, tigrato, pitonato o zebrato – è una delle stampe più vilipese e bistrattate, considerata da chi non bazzica molto il mondo della moda o da chi non conosce la storia del costume, volgare ed esagerato, adatta soltanto a donne di scarso gusto o a chi vuole farsi notare.

E invece vanta un passato gloriosissimo, complici le creazioni di illustri designer che hanno contribuito a renderla un must di grande impatto per ogni capo (dagli abiti da sera alle giacche da uomo), e le celebrities che lo hanno indossato, solleticando curiosità e interesse. Si pensi per esempio a Roberto Cavalli - portavoce di una moda libera, anticonformista, sensuale e seducente - che negli Anni '70 introdusse per primo la stampa ghepardo, onde poi passare al leopadato e allo zebrato, o anche al primissimo Dolce & Gabbana degli Anni '90, che ne hanno fatto una cifra distintiva del loro stile.

Ma si pensi anche Valentino, tra i primi ad usarlo nelle sue collezioni di haute couture, dimostrando quanto un'eleganza classica e uno stile più femminile potessero serenamente coesistere nello stesso capo di abbigliamento. Non possiamo certamente, poi, dimenticarci di Versace o di Christian Dior, il primo a portarlo in passerella nel 1947, quando decise di avvolgere le sue modelle in manti di chiffon maculato.

Per non parlare delle dive di ogni tempo che lo hanno indossato, dimostrando a tutto il mondo che no, l'animalier non è affatto una stampa triviale. Potete forse pensare di considerare volgare Ava Gardner che in una superba foto del 1952 esibiva una guêpière leopardata? O Audrey Hepburn quando nel film Sciarada sfoggiava un cappello leopardato? O ancora Jackie Kennedy, Liz Taylor e un'insospettabile Elisabetta II (mica di soli tailleur color pastello, vivono le regine...)? E più recentemente Kate Moss, Sophia Richie o Lea Seydoux? Ecco, fate un esame di coscienza e pentitevi.

Grande classico di sempre, benché qualcuno si ostini ancora a parlare di trend, torna con più o meno vigore nelle collezioni dei designer più importanti al mondo, senza passare mai veramente di moda. Stampa scelta per lo più da donne dal carattere forte e grintoso, in grado di indossare con classe e nonchalance anche il più eccentrico degli abiti, interpretando diversi ruoli, per questo autunno inverno 2017 2018, l’animalier, si mostra in un tutta la sua versatilità.

Talvolta sdrammatizzato, usato per capi tradizionalmente legati al mondo sportivo come bomber, felpe e sneakers, o a capi dall'animo chic e bon-ton, come cappottini lady-like, cardigan in cashmere e blouse di seta. Non mancano, poi, di certo indumenti che ne rispecchiano l'animo felino: pantaloni in pelle, gonne super aderenti, pellicce e stivaletti con il tacco a spillo.

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