Le scommesse online sono sempre più sotto la lente d'ingrandimento per la loro pericolosità, in particolare se coinvolgono i minori di 18 anni che per legge devono starne alla larga. Nonostante la legge, sembra proprio che il numero di adolescenti che giocano d'azzardo sia cresciuto esponenzialmente.
Un rapporto ufficiale inglese afferma che il numero di giocatori di scommesse online con un'età compresa tra gli 11 e i 16 anni è quadruplicato in due anni, arrivando a 55.000. Sempre secondo l'audit della Gambling Commission, la commissione preposta al controllo del gioco d'azzardo nel Regno Unito, altri 70.000 giovani sono a rischio.
I soldi che settimanalmente vengono spesi dagli adolescenti sono impiegati in particolare per giochi come il bingo e slot machine online e anche nei negozi di scommesse. Nel rapporto viene specificato, inoltre, che i bambini vengono inondati dalla pubblicità e infatti, due su tre indicano la tv come fonte dalla quale apprendono l'esistenza di questi giochi.
Altra pubblicità sulle scommesse online che attira quasi un milione di giovani è quella presente nei giochi per computer o nelle varie applicazioni per gli smartphone. Sempre più ragazzini affermano di aver scommesso nell'ultima settimana e questo dato supera quello degli altri pericoli che sino a oggi circondavano i giovani e parliamo del consumo di alcolici, fumo e droga.
L'ex presidente di Action on Addiction, Lord Chadlington, ha chiesto espressamente una repressione sulle varie pubblicità presenti, facendo un confronto con l'Italia: "Chiedo - ha dichiarato - di interrompere la pubblicità sul gioco d'azzardo su eventi sportivi in diretta in televisione, e questi numeri rafforzano la necessità di un'azione urgente. L'Italia, che ha il 20% in meno di giocatori problematici rispetto al Regno Unito, la sta mettendo al bando. Perché questo bombardamento di pubblicità sul gioco d'azzardo in televisione continua nel Regno Unito?".
Il rapporto si è basato su uno studio Ipsos Mori e ha coinvolto 2.865 ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, nel periodo febbraio - luglio 2018. Le domande a cui sono stati sottoposti includevano: quanto spesso hanno pensato al gioco d'azzardo, se hanno rubato per avere i soldi e se le scommesse li hanno mai portati a mentire ai genitori. Alcuni bambini hanno ammesso di aver giocato nei negozi di scommesse o sui siti online. Inoltre, sempre secondo lo studio, un ragazzo su sette ha seguito alcune compagnie di scommesse sui social network come Facebook e Instagram.
Dunque, i numeri parlano chiaro: 55.000 giocatori d'azzardo problematici, ovvero l'1,7% dei bambini di età compresa tra gli 11 e i 16 anni. Sull'argomento è intervenuto anche Clive Hawkswood, amministratore delegato della Remote Gambling Association, associazione che rappresenta alcune delle principali società di scommesse: "Ci sono ancora troppi bambini - afferma - che giocano d'azzardo. Dobbiamo fare di più per spingere quel numero verso il basso. Diciamo che il numero di giocatori problematici è inaccettabile, ma molti di questi sono fuori dal nostro controllo. Nella pubblicità, il legame tra il gioco d'azzardo dei bambini e la stessa pubblicità non è chiaro, ma siamo consapevoli che vi siano serie preoccupazioni.
Speriamo che il processo di revisione in cui ci troviamo risolverà tutto ciò."L'associazione che comprende società quali Bet365, Ladbrokes, Paddy Power e William Hill si è riunita per discutere di un divieto totale sulla pubblicità.
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