Marcello Lippi ha studiato sui testi di Josè Mourinho. Si è preparato per un paio di settimane al raduno di ieri a Roma e ha stupito la platea giocando in contropiede rispetto ai suoi critici. Non si è lasciato rosolare dal solito tormentone riservato a Cassano ed è partito all'attacco difendendo la generazione di Balotelli e dei Santon dai giudizi severi di Mourinho stesso oltre che di molti suoi colleghi bacchettoni. Bisognerebbe stringergli la mano per l'abilità dimostrata nell'occasione. I pochi che han provato a riproporre l'interrogativo («ma cosa è successo tra lei e Cassano?») con l'intento di chiuderlo in un angolo, sono stati respinti con gravi perdite. «Il presidente della Samp Garrone ha smentito nel giro di un paio di ore quella frase, chiedete a lui spiegazioni, anch'io sarei curioso di sapere a cosa si riferiva» ha dettato Lippi e nessuno ha avuto la forza di proseguire su quella strada. Sarebbe andato incontro a una rispostaccia.
Marcello Lippi ha studiato sui testi di Josè Mourinho e ha finito col difendere la generazione dei "bamboccioni" scolpendo così il suo gruppo, allargato ad altri ingressi nell'occasione solo per non affaticare oltre il lecito la rosa dei titolari deputati a giocare solo sabato sera a Pescara contro l'Olanda (per la Svezia, il mercoledì successivo con la Svezia si cambia completamente registro). «I giovani di oggi sono migliori di come vengono descritti» l'elogio generico prima di entrare nello specifico che è una bella invasione nel territorio dell'Inter alle prese con due casi spinosi, uno più sanguinante dell'altro. Sul primo, Santon, il ct dell'Italia, è stato chiaro oltre che lapidario: «Per venire ai mondiali deve giocare un po' di più». Su Mario, ha lanciato un sasso nello stagno a favore del giovanotto che, a sentire Mourinho, lo manderebbe al manicomio. «Non conosco i suoi comportamenti ma noto che ogni volta che viene utilizzato è decisivo» la riflessione mica tanto peregrina.
A questo punto possiamo mettere i piedi nel piatto ed affrontare la questione Inter. Possibile che tutti i giovanotti in circolazione ad Appiano Gentile si siano persi puntualmente, invece di resistere ai vari esami? Della covata ai tempi di Mancini, 25 o 26 quelli inseriti sulla rampa di lancio, sta recuperando posizioni di rilievo solo Andreolli, il difensore centrale ammirato nelle fila della Roma domenica sera. Balotelli e Santon sono allora un patrimonio dichiarato della società di Moratti: va difeso, coltivato, coccolato, strigliato ma sempre con misura. L'impressione netta è che si pretenda dai giovanotti che si comportino come dei veterani: maturi, riflessivi, in grado di gestire sul piano nervoso tutti gli impegni ravvicinati della stagione.. Stesso discorso per Pato: appena sbavò qualche prova, nel mese di settembre, cominciarono a discuterlo quelli del Milan. Sbagliato. Come ha dimostrato il Papero appena ha rimesso la spina.
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