Dopo il pallone d'oro per la finale presentato dall'Adidas, ecco le parole d'oro del ct Marcello Lippi a giochi ormai fatti, un'ultima amichevole con la Svizzera e poi sarà Sud Africa.
Una cosa è certa, la lista dei 30 da consegnare alla Fifa entro l'11 maggio, non c'è ancora. Lippi sta utilizzando l'ultimo scorcio di campionato per schiarirsi le idee. «La prima scadenza è fissata all'11 maggio per la consegna della lista dei 30 alla Fifa - ha detto il ct -, poi il 18 diremo chi sono i 23 più i 4 aggregati. Il 23 maggio scatterà il ritiro del Sestriere e l'8 giugno si va in Sudafrica». Il ct azzurro non ha fatto alcun nome: «Che fare lo convocazioni sia difficile, è un fatto positivo. Qualche tempo fa ho detto che eravamo al 70 per cento delle scelte fatte, ora mancano quei 4-5 giocatori, un po' di pazienza ancora. Non faccio i nomi dei giovani che potrei portare, anche perché si sono visti nelle ultime amichevoli che abbiamo giocato, anche quando nella criticata partita contro il Camerun ho approfittato per far esordire Bonucci e Cossu, come quando ho chiamato Sirigu».
Lippi ha quindi difeso alcuni campioni del mondo che nell'ultimo campionato non sono apparsi in grande forma o hanno giocato poco, come Zambrotta, Camoranesi, Gattuso e Cannavaro, e ne ha spiegato il motivo: «Sul piatto della convocazione io metto tante cose: il rendimento in campionato, ma anche fattori come carisma ed esperienza. Del Piero? Non è il momento di parlarne, come per Totti».
Una nazionale a cui manca fantasia, e Lippi ha commentato: «Si tratta di un particolare importante se non fine a se stesso, ma messo a servizio della squadra, e se chi la interpreta si rende conto che per manifestarla al mondo la deve mettere a disposizione dei compagni».
Difficile poi fare paragoni con la vittoria di 4 anni fa in Germania. «Ci arrivammo nelle polemiche ma con un gruppo convinto e compatto costruito in due anni», ha detto Lippi. «Poi nel corso del torneo convinzione e compattezza crebbero ancora di più e arrivarono i risultati. Ora in questa nazionale ci sono diversi reduci di quel gruppo, ma non tantissimi come si dice in giro, perché c'é stato un discreto e importante rinnovamento. Quindi c'é l'ottimismo di chi ha la consapevolezza di avere uomini giusti, uomini veri, che al momento giusto tireranno fuori le loro qualità e faranno qualcosa di buono. Perché in una competizione come un Mondiale si può far bene solo se il gruppo ha determinate caratteristiche».
L'ultima amichevole prima dell'esordio sarà contro la Svizzera, come nel 1982 e nel 2006. «È un caso, anche se fa piacere ricordarlo, così come ricordo volentieri che nel 1982, nel 2006 e anche in questa occasione ci siamo qualificati alla fase finale con una partita d'anticipo», ha detto Lippi. Che scansa però il ricordo del fallimento dell'Italia campione del mondo di Enzo Bearzot nel 1986. «Era il suo terzo Mondiale, per me sarà il secondo... Non ho paura che succeda lo stesso». E non ci sarà il terzo per Lippi? «Io non l'ho mai detto, lo dirà la federazione», ha specificato il ct. «Con il presidente Abete abbiamo le idee chiare. Lui ha detto che prima del Mondiale sapremo chi sarà l'allenatore, non ha usato la parola nuovo. Ma io non ho altro per la testa che il Sudafrica e le emozioni che ti regala il Mondiale. Il resto lo escludo. Anche perché non devo trasmettere altre sensazioni al gruppo». Dopo la Germania per Lippi arrivarono offerte dall'estero. «Mi chiamarono diverse federazioni, ma a tutti risposi che non mi era possibile accettare perché dopo avere vinto un Mondiale con la tua nazione, non puoi giocarci contro dopo pochi mesi. Il discorso cambia se il Mondiale non lo vinci. Quindi ora non escludo di allenare una nazionale estera. Ma ho anche 62 anni, è quasi l'ora di andare in pensione».
Sul girone dell'Italia: «Il Paraguay è stato quasi sempre in testa nel girone sudamericano, è una squadra dalla buona tecnica, aggressiva e organizzata. La Nuova Zelanda è una squadra dotata fisicamente. La Slovacchia fa parte di quelle nazionali che rappresentano un po' una novità, ottimi collettivi con un paio di giocatori importanti. Si tratta insomma di avversari da prendere con le molle. Dopo il sorteggio è stato detto che siamo stati fortunati, certamente ci sono gironi più forti, ma la realtà è che la forza di un girone dipende dalla considerazione che diamo alle squadre. Non dobbiamo pensare che sia facile, altrimenti diventa tutto più difficile».
Infine sul modulo: «Ho provate diverse soluzioni - ha spiegato Lippi - perché ho avuto giocatori diversi ed ho sempre tentato di metterli nella condizione migliore per esprimersi al meglio. E succederà lo stesso anche ai Mondiali, a seconda di chi andrà in campo». La difesa però appare il punto debole della sua Italia.
«Lo dicono gli altri che non è in forma, ma bisogna aspettare la competizione», ha osservato Lippi. «Non ha importanza quello che è successo finora, esiste una squadra che ancora deve radunarsi. E che avrà un rendimento diverso».
Ma Balotelli in tutto questo cosa c'entra?
«È encomiabile il lavoro che l'Inter sta facendo per completare il processo di maturazione del giocatore. Le sue doti tecniche sono evidenti. Ma evidentemente questo processo non si è ancora completato». Probabilità di vedere in azzurro il ragazzo?
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