Fantasmi e ius primae noctis: i miti dei castelli della Basilicata

Sono tante le leggende che affollano le stanze dei maestosi castelli lucani: da Miglionico a Lagopesole, il mistero è fondante nel mito storico

Fantasmi e ius primae noctis: i miti dei castelli della Basilicata

La Basilicata è una terra dal fascino storico e naturale incredibile. Dai sassi di Matera a Cristo si è fermato a Eboli, passando per l’etnologia culturale del potentino. Ma chi pensa alla Basilicata si sofferma molto spesso sulla contemporaneità: tuttavia nel Medioevo e nell’Età Moderna questo territorio ha vissuto innumerevoli vicende, a partire dal fatto che fu una delle regioni maggiormente influenzate dalla legislazione di Federico II di Svevia.

Per questo, in quella che un tempo era antica Lucania, ci sono diverse testimonianze medievali molto suggestive, a partire dai castelli, che come sempre rimarcano la loro funzione difensiva ma anche quella di attestazione del potere aristocratico. E i castelli vengono restituiti alla contemporaneità come testimonianza del passato, di un passato realmente accaduto, ma anche di un passato leggendario, mitico e talvolta mistico. Tra essi viene annoverato anche il castello di Craco, in realtà facente parte di un complesso di rovine della celebre città abbandonata che è stata teatro di diverse produzioni cinematografiche, come La Passione di Mel Gibson.

Basilicata: il fascino dei castelli lucani

Castello di Malconsiglio a Miglionico

Uno dei castelli più noti tra quelli che si trovano in Basilicata è il castello del Malconsiglio a Miglionico. Purtroppo quello che si vede è ciò che è stato restaurato o ricostruito dopo il terremoto del 1857, non è come appariva alle genti del Medioevo. Tuttavia si tratta ugualmente di un edificio interessante, caratterizzato da diversi torrioni a pianta circolare o poligonale. Pare che qui, nell’anticamera della Sala a Stella - così chiamata per via della volta - venisse consumato dal nobile feudatario lo ius prime noctis: ogni giovane sposa avrebbe dovuto giacere con lui prima che con il novello marito. Spesso però erano proprio gli uomini a presentarsi, travestiti da donne al posto delle mogli, per tutelare la loro virtù.

C’è poi il castello Tramontano di Matera, che è parzialmente incompleto perché i lavori non furono conclusi dopo l’uccisione del suo signore, il conte Giancarlo Tramontano. È però una costruzione interessante, con le sue torri merlate con feritoie, dalle quali si potevano scorgere i pericoli e “spiare” la vita cittadina.

E ancora, continuando a citare alcuni tra i più celebri, il castello Caracciolo di Brienza che possiede 365 stanze, è dotato di una semitorre circolare e integrato all’interno di quello che era il villaggio medievale. Oppure il castello di Venosa, risalente al XV secolo, con le sue quattro torri cilindriche e al suo interno un complesso museale e bibliotecario. Oppure infine il castello di Melfi, di fattura normanno-sveva, che si erge su un altura con le sue torri poligonali e il cui ingresso era salutato nei secoli passati da un ponte levatoio.

Le leggende dei castelli lucani (e non solo)

Castello di Lagopesole

La Basilicata pullula di miti. Molti di questi sono legati appunto ai castelli, ma altri sono legati a costruzioni diverse, soprattutto di tipo religioso. Una di questi edifici è la cattedrale di Acerenza, dedicata all’Assunzione di Maria e a san Canio. Sulla facciata di questa Casa di Dio si trova infatti lo stemma nobiliare che ritrae un dragone: si tratta dell’effigie gentilizia associata alla famiglia di Vlad III, che la letteratura ha tramandato come il Conte Dracula. Perfino la figlia di Vlad, Maria Balsa, sarebbe sepolta in questa cattedrale, e vi sarebbero presenti diverse icone, per lo più bassorilievi che richiamerebbero al peccato dei vampiri e al succhiare sangue dai viventi.

Tornando ai castelli, una delle leggende più note è la struggente storia di Elena degli Angeli e del marito Manfredi. Si dice infatti che lo spirito della donna si aggiri a ogni tramonto per le stanze del castello di Lagopesole e il suo pianto sia chiaramente udibile: in questo luogo Elena Ducas - questo il suo nome - fu in vita molto felice, e le sue lacrime di fantasma sono legate all’impossibilità a ricongiungersi con l’amato Manfredi di Svevia. Manfredi morì infatti nella battaglia di Benevento, ma si dice che anche il suo spirito, bardato come in battaglia, si aggiri nelle campagne di Lagopesole, anche lui incapace di incontrare la moglie nell’Oltretomba.

Anche la leggenda connessa con il castello di Valsinni parla d’amore. Si tratta dell’amore tra Isabella Morra, poetessa che aveva abitato queste stanze nel XVI secolo, che un giorno incontrò e si innamorò di Diego Sandoval de Castro, oppositore della famiglia della giovane: i due si scrivevano una fitta corrispondenza e non è dato sapere se mai rapporti tra loro furono consumati. Tuttavia i tre fratelli di Isabella la uccisero per vendetta, uccisero Diego e perfino Torquato, un religioso aio che faceva da “postino” in favore della coppia. Del corpo di Isabella non si conosce il luogo di riposo eterno: si crede sia rimasta insepolta e per questo il suo spirito si aggirerebbe ancora di notte nel castello.

La foto in evidenza del castello Tramontano di Matera è di Pietro paolo palumbo via Wikipedia

La foto del castello Malconsiglio di Miglionico è di Nicola Cerroni via Wikipedia

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