Il lago di Resia conserva intatto dopo anni il suo fascino malinconico. L'atmosfera che accoglie turisti e visitatori sembra quasi trasportarli in uno spazio senza tempo, che ha reso il vecchio borgo di Curon uno dei luoghi fantasma più affascinanti d'Italia.
Un luogo senza tempo, ma non senza storia. Il vecchio borgo di Curon giace sotto metri d'acqua, con il solo campanile trecentesco (1357) a ricordare un passato sepolto sotto l'attuale lago di Resia. Un'eredità sacrificata in ragione degli interessi economici dell'epoca. Siamo in Trentino-Alto Adige, Provincia autonoma di Bolzano, in quella che è nota come la Val Venosta.
Le origini del lago di Resia e la scomparsa di Curon
Agli inizi degli anni '20 l'allora governo regio di Vittorio Emanuele III riprese un antico progetto austro-ungarico che prevedeva l'abbassamento di alcuni metri del lago di Curon, da destinare poi alla produzione di energia idroelettrica. In quell'occasione i lavori si limitarono all'innalzamento di 5 metri del livello delle acque. Un impatto tutto sommato contenuto, che rimase tale fino al 1939.
In quell'anno il consorzio "Montecatini" si aggiudicò un bando nazionale per la realizzazione di una diga, che avrebbe innalzato il livello delle acque di 22 metri. Un impatto decisamente più rilevante rispetto a quanto avvenuto un ventennio prima. Gli abitanti dei centri abitati coinvolti arrivarono persino a chiedere un intervento diretto dell'allora pontefice Pio XII. L'arrivo della Seconda Guerra mondiale finì con il congelare le operazioni fino al 1947.
Grazie ad alcuni finanziamenti statali e altri fondi svizzeri, e nonostante l'Italia fosse ancora fortemente danneggiata dal secondo conflitto mondiale, il progetto ripartì e a pagarne le spese furono i paesi di Curon e Resia, oltre agli antichi abitati di Arlung, Piz, Gorf e Stockerhöfe.
Dei laghi originari di Resia, di Curon (o di Mezzo) e di San Valentino alla Muta solo quest'ultimo mantenne i suoi tratti inalterati. L'attuale lago di Resia è frutto dell'unificazione dei primi due. Curon venne ricostruita più a monte, assumendo il nome di Curon Venosta.
Furono fatti saltare in aria con l'esplosivo oltre 160 edifici, perlopiù case, mentre venne risparmiato il già citato campanile di Curon (a suo tempo annesso all'ottocentesca chiesa di Santa Caterina d’Alessandria). Circa 150 famiglie furono forzate a trasferirsi. Finirono sott'acqua, insieme ai resti degli edifici distrutti, anche 523 ettari di terreni coltivati.
Il campanile solitario del lago di Resia
Durante l'inverno, quando l'acqua del lago è ghiacciata, il campanile può essere raggiunto anche a piedi. Nei mesi invernali il fascino senza tempo del campanile si unisce a un particolare senso di nostalgia. Frutto anche della possibilità di camminare laddove prima sorgeva, circa 28 metri al di sotto dello strato di ghiaccio, l'antico borgo di Curon.
Ad oggi, durante la restante parte dell'anno, il campanile solitario è raggiungibile solo in barca. Quando le temperature e il tempo lo permettono il lago di Resia ospita invece attività come il kitesurf e le escursioni in canoa e kayak.
L'eco delle campane di Curon
Una leggenda accompagna il lago di Resia.
Si dice che in alcune notti d'inverno sia ancora possibile, quando il lago è ghiacciato e tira un forte vento freddo, sentire suonare le campane del campanile di Curon. Questo nonostante le campane stesse siano state rimosse dal campanile il 18 luglio 1959.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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