Milano e il cinema: il racconto dei luoghi delle note pellicole cinematografiche

Milano e la settima arte: così il cinema ha ritratto storie e paesaggi della metropoli meneghina, creando un'esperienza immersiva per lo spettatore

Milano e il cinema: il racconto dei luoghi delle note pellicole cinematografiche

Le strade di Milano sono un crocevia di vita vera, vissuta. E anche di vita trasfigurata dall'arte. Qui il cinema ha raccontato tante storie fantasiose, che hanno fatto ridere, oppure piangere, tenuto con il fiato sospeso, emozionato lo spettatore.

Probabilmente, tra tutte le storie, le più note ambientate a Milano e nell'hinterland sono quelle comiche, grazie ad attori e attrici popolarissimi, che hanno portato sulla scena questa città, rendendo anche gli scorci apparentemente più anonimi delle icone. Basti pensare ad Asso, con Adriano Celentano: dalle scene nel Bar Magenta che nella finzione scenica viene chiamato Bar Bretella, a Villa Mirabello che si intravede in lontananza dall'ippodromo di Monza, fino a Villa Belgioioso Bonaparte. Qui il fantasma del giocatore d'azzardo Asso si muove per avere giustizia e salvare la sua bella.

Non mancano però le produzioni d'essai che hanno puntato l'occhio della telecamera sulle bellezze nascoste di Milano. Tra queste sicuramente La notte di Michelangelo Antonioni, che corre lungo via Lanzoni e via Fara passando per via Senato e raccontando la storia d'incomunicabilità di una coppia formata da Leanne Moreau e Marcello Mastroianni. Oppure Teorema di Pier Paolo Pasolini che mostra un'aristocratica villa di via Palatino per poi spostarsi nell'attuale piazzale antistante l'istituto Marcellino Tommaseo, che nella storia è il liceo esclusivo frequentato dai rampolli delle famiglie borghesi come la protagonista Odetta. O ancora Romanzo Popolare, dove il Lambro fa talvolta da sfondo alle vicende amorose di Ornella Muti, Ugo Tognazzi e Michele Placido.

Il ragazzo di campagna

Ma quando si dice Milano, il pensiero corre veloce a Renato Pozzetto e al suo Il ragazzo di campagna. L'epopea di Artemio, che all'età di 40 anni vuole diventare un self made man e si sposta dalla campagna alla città con il suo trattore, rappresenta una delle pellicole più di culto della commedia italiana.

Il viaggio interiore ed esteriore di Artemio a Milano inizia a piazza San Babila, dove il "ghisa" lo ferma per sequestrargli il trattore: dopo di che Pozzetto è costretto a usare un sottopassaggio che non riesce a comprendere, perché la città, come dice sua madre, "l'è piena di tentazioni, l'è tentacolare".

Piazza San Babila prende il nome dalla basilica che si trova in questo luogo. A partire dalla fine degli anni '20, con la crescita della città, iniziò a popolarsi di palazzi suggestivi in gran parte legati all'estetica razionalista dell'architettura fascista.

Tra questi spiccano Palazzo del Toro o anche il Teatro Nuovo, realizzato nel 1938 dall'architetto Emilio Lancia. C'è poi la Torre Snia Viscosa, realizzata l'anno prima da Alessandro Rimini: alta quasi 60 metri, è il primo grattacielo mai costruito a Milano, e la sua particolarità è l'armonia cromatica tra il giallo della trachite del rivestimento e il verde del serpentino usato per le finestre e dell'ingresso.

Naviglio Milano

Tra i luoghi che si possono individuare nel film c'è anche il Quartiere Maggiolina, Porta Ticinese e naturalmente il Naviglio. Porta Ticinese è uno degli angoli più interessanti di Milano: qui domina appunto una porta che affonda le sue radici nell'epoca romana, quando esisteva una porta molto differente da quella d'oggi. L'aspetto attuale è dovuto al rifacimento neoclassico messo in atto nei primissimi anni del XIX secolo in base al progetto di Luigi Cagnola.

Il Naviglio è il luogo in cui Artemio tenta il suicidio, gettandosi invece su una barca e venendo salvato da un uomo che gli propone di spacciare marijuana. Nonostante non abbia trovato lavoro, sia deluso per essere stato respinto da Angela, la ragazza milanese di cui si era invaghito, il campagnolo Pozzetto ha ancora la forza di indignarsi. E anche di sputare sulle auto delle forze dell'ordine che, naturalmente, lo rispediscono a Borgo Tre Case, suo paese natale, con tanto di foglio di via.

Totò, Peppino e la Malafemmina

I "ghisa" milanesi sono nel cinema italiano ambientato nel capoluogo meneghino una presenza fissa. Basti pensare a Totò, Peppino e la Malafemmina: è proprio a un vigile urbano che Totò e Peppino De Filippo cercano di chiedere informazioni, al fine di trovare l'attrice di rivista che a loro avviso ha circuito irrimediabilmente il nipote.

I due attori si fermano nel luogo più noto e forse più rappresentativo di Milano, ovvero piazza Duomo. La piazza è un coacervo di cultura e di storia, tra la cattedrale gotica dai minuziosi dettagli tesi verso il cielo, fino alla Galleria Vittorio Emanuele II, uno degli esiti più interessanti dell'architettura neorinascimentale in Italia.

Le scene di Totò e Peppino a Milano costituiscono per i linguisti una testimonianza importante. Prima del secondo dopoguerra infatti, secondo gli studiosi, non esisteva una consapevolezza rispetto all'unità nazionale e questo si ripercuoteva sulla lingua italiana. È questa la ragione per cui i due comici scambiano il "ghisa" per un ufficiale austriaco e parlano con lui in un francese maccheronico. Milano diventa così il simbolo di quel tentativo di unione linguistica.

Il caso Venere privata

Piazza dei Mercanti

A volte le bellezze del cinema vengono dalla letteratura. Come nel sensualissimo noir Il caso Venere privata di Giorgio Scerbanenco, uno degli scrittori novecenteschi più importanti per Milano. Il romanzo è diventato un film con Raffaella Carrà nel 1970.

In una delle tante scene ambientate nel capoluogo meneghino, si può vedere Carrà all'interno di uno scorcio di piazza dei Mercanti: la compianta artista viene vista entrare in un palazzo per poi dare vita a una scena in cui deve posare per degli scatti osé.

Questa piazza trova la sua genesi in epoca medievale: fu infatti realizzata nel XIII secolo e qui i mercanti svolgevano le proprie attività lavorative. Palazzi e statue che qui si trovano spaziano dallo stile gotico al barocco: ma tra gli archi dell'arengario si può scorgere una "mattonella" con una scrofa semilanuta, l'animale magico che, secondo la leggenda, avrebbe portato Belloveso a fondare Milano.

Milano Calibro 9

Altra pellicola sexy per eccellenza pur essendo un thriller poliziesco è Milano Calibro 9, del quale moltissimi cinefili non possono fare a meno di ricordare la scena del ballo esotico di Barbara Bouchet - che però è girata in un interno a Roma.

Tra le location scelte a Milano da Fernando Di Leo figurano la Torre Branca di Parco Sempione, i Navigli, il Pirellone, la Stazione Centrale, il carcere di San Vittore e naturalmente piazza Duomo, che viene sottolineata anche dall'inquadratura iniziale sulla fermata della metropolitana cui è stata però sostituita l'insegna con Galleria del Sacrato.

Ingresso metro Duomo

La Torre Branca è uno dei monumenti più riconoscibili della pellicola e fu realizzata nel '33 da Giò Ponti.

Per volere dell'allora capo del governo Benito Mussolini, la torre fu pensata alta venti centimetri in meno rispetto alla Madonnina che sormonta il duomo, per non mancare di rispetto alla santità dell'opera religiosa. Fino alla caduta del regime fascista prese il nome di Torre del Littorio e sulla sua cima erano istallate le tecnologie di trasmissione Eiar dell'epoca.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica