La leggenda della Torre della Scimmia è una delle tante che anima il cuore di Roma. Tra strade che sono state percorse dagli antenati del popolo italiano, edifici storici, storie e Storia, la Città Eterna narra di milioni di vite, reali o immaginarie.
Una di queste storie racconta di una giovane, giovanissima vita, messa in pericolo e poi salvata da un animale molto speciale: una scimmia. E questa vicenda, reale o immaginaria che sia, si è tramandata per molto tempo in diverse versioni orali, ma in un caso anche in una versione scritta. Una versione, quest’ultima, entrata nella storia della letteratura internazionale.
Che cos’è la Torre della Scimmia
È una torre merlata che si trova in quartiere Campo Marzio, poco distante dalla basilica di Sant’Agostino, dal Museo Nazionale Romano e dal Museo Napoleonico. Si tratta di uno di quei luoghi “seminascosti” della città, uno di quelli che forse in tanti vedono ogni giorno, ma è solo quando osservano con il naso all’insù che riescono a notarlo davvero. La torre si trova infatti all’interno di Palazzo Scapucci, appena al di sopra di una tipica e storica barberia romana.
La Torre della Scimmia è formata da quattro piani, ognuno dei quali è contrassegnato da una finestra che si affaccia su via dei Portoghesi. È a pianta quadrangolare, ed è fatta con laterizi, tufo, più una particolare cornice di travertino. In altre parole, un pezzo artistico interessante, che si trova in una città in cui l’arte ha permeato tutto per migliaia di anni: ma è la leggenda che caratterizza questa torre a renderla tanto speciale.
La leggenda della Torre della Scimmia
Secondo la leggenda, all’interno della torre viveva una scimmia. Un giorno nacque un bambino (o una bambina in altre versioni): la scimmia era spesso vicino alla sua culla, quasi sempre in maniera inoffensiva, ma un giorno decise di prendere il neonato e portarlo pericolosamente in cima alla torre.
Ci sono però due differenti epiloghi. In una versione la scimmia viene richiamata con un fischio dal padre del neonato, nell’altra viene supplicata e convinta a lasciare il bambino sano e salvo, dopo che il padre esprime un voto alla Madonna. Quest’ultima versione è supportata dal fatto che in cima alla torre c’è una statuetta mariana con un lume sempre acceso.
La vicenda leggendaria ha colpito lo scrittore Nathaniel Hawthorne, che la riportò nei suoi appunti sul proprio soggiorno in Italia dal 1857 al 1858: parte proprip di questi appunti sulla leggenda della scimmia confluirono poi nel romanzo “Il fauno di marmo”.
La storia della Torre della Scimmia
Il palazzo in cui si trova la Torre della Scimmia, come accennato, si chiama oggi Palazzo Scapucci, ma in passato ha avuto diversi nomi, in base ai suoi possessori: i Crescenzi, la Confraternita del Gonfalone, la Confraternita della Carità e i Frangipane. Questi ultimi potrebbero essere stati i primi proprietari in epoca altomedievale. La torre è stata eretta presumibilmente prima dell’XI secolo, e nel secolo XIV su essa furono effettuati dei lavori, che la resero con l’aspetto che ha oggi. Dal XVI secolo la torre fu inglobata all’interno di Palazzo Scapucci.
La foto in evidenza della Torre è di Lalupa via Wikipedia
L'altra visuale della Torre è di Nicholas Hartmann via Wikipedia
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