Il piccolo comune ligure di Triora può contare sulla presenza di una piccola comunità, pari a circa 357 abitanti, oltre che su una collocazione particolare. Situato a 780 metri sul livello del mare, all'interno della valle Argentina, il paese riesce a beneficiare, in minima parte, anche della vallata del torrente Tanarello.
Triora, parte integrante della provincia di Imperia, è in realtà un piccolo borgo montano con una storia davvero affascinante e misteriosa. Caratterizzata da processi di stregoneria e magia, ancora oggi parte integrante dei percorsi turistici che si diramano all'interno del paese.
Triora, un po' di storia
Il borgo medievale di Triora può contare sulla presenza di un vasto territorio, caratterizzato da numerose frazioni, ma a fronte di una popolazione davvero ridotta. Il nome "Tri-Ora" giunge dal passato e dal percorso affrontato dal territorio. Letteralmente significa "tre bocche", termine riconducibile ai prodotti simbolo del luogo: grano, vite e castagno. Nonostante sia collocato tra monti e vallate, un tempo era un luogo fiorente di coltivazioni e produzioni, in particolare grazie all'operatività dei monaci.
Ma Triora vanta natali più antichi, riconducibili al Neolitico medio, con tracce del passaggio di tribù locali note come Liguri Montani, successivamente sottoposte al dominio romano. Furono i monaci a imporre un nuovo percorso durante il periodo longobardo, avviando fiorenti coltivazioni e recuperando e bonificando terreni. I religiosi diffusero piantagioni con oliveti, vigneti e castagneti, ma anche allevamenti di animali e relativa produzione di derivati, la creazione di mulini e frantoi con l'introduzione di sale e spezie, fino alla riapertura delle vie principali di commercio.
Le successive egemonie politiche portarono il borgo a diventare parte integrante della nuova repubblica genovese e alla creazione di cinte murarie inespugnabili. Un vero marchio di fabbrica della zona che, nei secoli, riuscì a contrastare invasioni e assalti con fortune alterne fino al Regno d'Italia.
Ma il borgo non riuscì a preservare l'indipendenza di un tempo, finendo vittima di contrasti territoriali e governativi. Fino all'avvento della Seconda Guerra Mondiale e alla terribile crudeltà nazista, che diede fuoco all'intero borgo fino a svuotarlo. La rinascita di Triora portò a nuovi scontri e a nuove appartenenze, fino a quella attuale come parte della provincia di Imperia.
Triora e i processi per stregoneria
La storia del borgo è segnata da un periodo oscuro, legato alla magia e alla stregoneria, che ancora oggi cattura l'interesse dei turisti. Nel biennio 1587 al 1589 alcune donne del posto vennero accusate di essere responsabili della carestia che stava flagellando il territorio, un evento riportato nei verbali dell'epoca, conservati presso l'Archivio di Stato di Genova. Ben trentacinque furono le donne al centro delle accuse infamanti: di questo gruppo, diciannove vennero incarcerate, oltre a un'unica figura maschile. Cinque morirono in prigione, mentre altre nove vennero perseguitate fine al decesso.
L'intervento del Sant'Uffizio pose fine alla caccia alle streghe, costringendo le imputate superstiti ad atti di penitenza, alla confessione e all'abiura. Solo una delle protagoniste subì un processo tramite l'Inquisizione: una vicenda che ancora oggi viene celebrata a Triora la prima domenica dopo ferragosto e che prende il nome di Strigora. I tragici eventi sono il cuore del turismo locale, tanto da catturare l'attenzione di molti avventori: nei secoli hanno favorito la creazione di musei, itinerari, rappresentazioni e dipinti tematici.
Non mancano documenti conservati presso il Museo Etnografico e della Stregoneria e la creazione della Cabotina, una costruzione dove pare si riunissero le presunte
streghe. Triora vanta anche molte statue rappresentative e portoni dipinti con immagini legati al processo per stregoneria, offrendo al contempo ai visitatori la possibilità di degustare i prodotti e golosità del posto.L'immagine di apertura è di Kweedado2, via Wikipedia
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