«Pensare solo ai poveri non basta più. Sul fronte casa occorre aiutare anche il ceto medio». Non ha dubbi Mario Scotti, assessore alla Casa della Regione Lombardia.
Perché è così importante intervenire per assicurare un alloggio al ceto medio?
«Perché oggi solo nella mia regione 70mila famiglie si trovano in grave difficoltà. Hanno un reddito troppo elevato per ottenere una casa popolare ma non riescono a sostenere gli affitti imposti dal mercato immobiliare. Per questo già forniamo loro un sussidio per pagare il canone».
Da quanto tempo esiste questa emergenza?
«Da almeno due anni, quando abbiamo varato il piano triennale della Regione. Negli ultimi tempi, però, il problema è diventato più grave. Lo dimostra la crescita esponenziale delle domande, che sono passate da 40 a 70mila in soli due anni».
Cosa sta facendo la Regione Lombardia?
«Lo scorso luglio abbiamo varato un piano ad hoc per lhousing sociale. Inoltre, con il piano triennale abbiamo esteso gli interventi al ceto medio, non limitandoci più a costruire case popolari per le famiglie meno abbienti. Abbiamo stabilito accordi quadro con i quali i Comuni si impegnano a mettere a disposizione aree a basso costo, e noi a fornire i fondi necessari».
A che punto siete?
«Le prime case sono state consegnate alle Aler locali e quindi ai cittadini, che pagano da 300 a 400 euro al mese per un appartamento.
Lhousing sociale è, quindi, un progetto di successo?
«Assolutamente sì. Proprio in questi giorni stiamo rifinanziando la legge, in modo da poter andare avanti su questa strada».
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