Roma - Secondo gli organizzatori al Gay Pride partecipano 250mila persone. Forse i numeri reali sono inferiori, ma di certo si sa una cosa: il popolo che ha sfilato nella capitale era molto colorato - forse sin troppo - e desideroso di mostrare (qualcuno preferisce dire ostentare) il proprio "orgoglio gay". Drag Queens brasiliane che si esibiscono seminude in balli scatenati, coppie gay che si prendono per mano, genitori omosessuali che manifestano insieme con i loro bambini. In mezzo alla folla anche tanti curiosi e, probabilmente, anche molti etero. Il popolo del Gay Pride che ha sfilato per le strade centrali di Roma è variegato. Nel corteo giunto a piazza Venezia sfilano diversi carretti addobbati a nozze che trasportano coppie di lesbiche o omosessuali con la scritta "just married", un trenino di "famiglie arcobaleno" sui cui viaggiano genitori gay insieme ai figli e diversi carri folkloristici di Drag Queens e danzatori semi nudi.
Scritte provocatorie Sui manifesti e gli striscioni esposti campeggiano frasi come: "Dio, patria e famiglia = chiesa spa, mafia e P2 che governano un popolo bue", ed ancora "Siamo in laica frocessione" oppure "Rassegnatevi siamo ovunque". Tante le bandiere che sventolano, da quella di Rifondazione comunista a quella del Pd, da quella dell’Arcigay a quelle delle associazioni "Certi diritti" e "Mario Mieli". A chiudere il corteo una bara nera con su scritto "i miei diritti civili e umani".
Vogliamo parità di diritti e doveri Sul piano delle rivendicazioni la frase più importante è pronunciata da Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay: "Vogliamo la parità di diritti e di doveri".
Ma cosa vuol dire? "Matrimonio civile - spiega Mancuso -, norme contro le discriminazioni che combattano realmente la violenza omofobica che in questi giorni è tornata a colpire a Roma come a Verona, il popolo delle vere libertà dimostra ancora una volta che un altro Paese è possibile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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