Il bene rifugio per antonomasia, vecchio quanto il mondo, incontra la più innovativa delle tecnologie. Quello tra l'oro e l'intelligenza artificiale è un connubio prezioso, in tutti i sensi. In un momento storico in cui l'investimento nel metallo giallo è tornato sugli altari esprimendo valori record (le quotazioni hanno superato 2.700 dollari l'oncia e si prevede che nel 2025 raggiungeranno 3mila dollari), l'AI rappresenta infatti un alleato efficace per chi intenda affrontare la «corsa all'oro» con maggiore consapevolezza e con la possibilità di minimizzare i rischi dovuti alle instabilità economiche e geopolitiche globali.
Grazie alla capacità di processare enormi quantità di dati, l'intelligenza artificiale consente infatti di operare analisi sempre più veloci e precise sulle tendenze di mercato o sul movimento dei prezzi, incrociando queste informazioni con una serie di variabili di contesto. La tecnologia permette ad esempio di effettuare in pochi secondi una correlazione tra le quotazioni dell'oro e fattori quali i tassi d'interesse, le politiche monetarie e l'inflazione.
Con altrettanta efficacia, il cervellone dell'AI può aiutare l'investitore a stimare in che misura le crisi politiche e le guerre influenzeranno la domanda di oro come bene rifugio. Negli ultimi giorni, ad esempio, le rinnovate tensioni tra Russia e Ucraina, con le minacce di Mosca sul «carattere globale» del conflitto, hanno comportato una repentina frenata sulle Borse mondiali, ma al contempo hanno spinto in alto gli acquisti di asset rifugio, tra cui proprio l'oro. Tra i fattori macroeconomici che in questo momento incidono sulle quotazioni ci sono anche le prospettive di un ulteriore allentamento monetario da parte della Federal Reserve e le analoghe valutazioni della Bce sull'ipotesi di un nuovo taglio dei tassi di interesse. Gli algoritmi non solo esaminano tali parametri, ma possono anche restituire analisi predittive, considerando sia le più recenti informazioni economiche sia i dati storici riferiti ad analoghe circostanze. Così, l'investitore ottiene dettagliate stime sulla possibile oscillazione del prezzo dell'oro, con previsioni a breve e lungo termine, senza essere necessariamente uno specialista. L'incontro tra il metallo prezioso e l'AI si traduce anche nella capacità di quest'ultima di suggerire la composizione ottimale per un portafoglio di investimenti, inclusa appunto la percentuale da destinare all'oro, che secondo gli esperti dovrebbe oscillare tra il 5 e il 10 per cento del totale. Allo stesso modo, determinate applicazioni utilizzano l'intelligenza artificiale per calcolare, in un preciso momento, quale sia il migliore taglio di lingotto da acquistare in considerazione del budget a disposizione. L'altra possibilità di investire in oro fisico, lo ricordiamo, è invece quella di acquistare monete con differenti pesi e valori. Per chi investe in oro tramite ETF (Exchange-Traded Funds), l'IA può monitorare i costi di gestione dei fondi stessi, la loro performance storica e le loro correlazioni con i movimenti del mercato dell'oro: il tutto in pochissimi secondi. Gli algoritmi possono anche suggerire quale ETF sia più adatto per il proprio profilo di investimento, individuando il migliore rapporto costi-benefici. L'investitore ha dunque la possibilità di muoversi sul mercato con maggiori sicurezze, anche alla luce di informazioni che un tempo erano perlopiù appannaggio degli addetti ai lavori.
In un momento di trasformazioni globali e di incertezze economico-finanziarie, l'intelligenza artificiale dà nuovo slancio al più tradizionale dei beni rifugio grazie alle proprie ineguagliabili capacità di elaborazione dei dati. Tutto oro che cola.
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