Maddalena Miele
«Lucilla, un personaggio più grande di quello che si crede. Ha già fatto tante cose, so che con Academy sarà molto brava. Sono convinto che sia la persona giusta per questo programma», ha detto Antonio Marano, direttore di Raidue. «È bravissima, inquieta, imprevedibile e “poetessa”» aggiunge Barbara Alberti. Parlano di Lucilla Agosti, la giovane (classe 1978) conduttrice del nuovo talent show di Raidue, Academy: una carriera incominciata presto nel mondo dello spettacolo, dalle scuole di teatro e i primi lavori sul palcoscenico, fino alla conduzione di Azzurro, nel 2002-03. Tra le prime a entrare nella tv All Music. Nell’estate 2004 conduce alcune serate live (tra cui il Main Stage all’Arezzo Wave Love Festival), e inizia le sue prime esperienze in Rai con Guelfi e Ghibellini («le mie grandi possibilità vengono dalla Rai - dice - anche se è vero che oggi più che mai con il satellitare, la tv è un campo aperto»). Tra i lavori di questi ultimi anni, nel 2007 la conduzione con Max Menegoni del programma Rmc Magazine su Radio Montecarlo, Buona la prima con Ale e Franz su Italia1 e soprattutto il DopoFestival di Sanremo nel 2008. È la sua prima conduzione si un talent show.
Come reagisce alle definizioni che hanno dato di te Marano e Barbara Alberti? La caricano di troppa responsabilità?
«Ne sono lusingata, è verissimo che sono una persona inquieta, molto volenterosa, e che metto tantissima passione e impegno per raggiungere un risultato. Colgono la mia personalità, quasi mi hanno un po’ preoccupata proprio per la precisione con cui mi descrivono. Però è la dimostrazione che mi pongo davanti alle telecamere esattamente per ciò che sono. Anche con Academy è così: cercherò di essere me stessa al cento per cento».
Anche se questa è una nuova avventura per lei... Non si era ancora occupata della danza. Le piace?
«La danza mi piace moltissimo. È un’arte che permette di esprimersi attraverso l’uso del corpo, è l’interpretazione del gesto, non l’azione semplice. È chiaro che sono emozionata. Anche se il mio obiettivo principale è vivere questa esperienza intensamente, e sempre con il rispetto per l’arte».
Quale sarà il suo ruolo con i ragazzi?
«Troverò un compromesso tra gli allievi, la loro voglia di esprimersi, e i giurati. Io sarò una presenza intermedia, darò appoggio e incoraggiamento ai ragazzi e cercherò di valorizzare con attenzione il lavoro dei maestri. La danza sarà il cardine, io sarò a metà fra i giovani e i professori».
Crede che i ragazzi si illudano, vedendosi incoraggiati a fare qualcosa che magari non avrà sbocchi lavorativi?
«No, noi siamo un’occasione, poi saranno loro a giocarsela».
E qual è secondo lei la carta vincente da usare per realizzare le proprie aspirazioni?
«Essere sempre se stessi, nella vita privata come nel lavoro».
Il lavoro la sta premiando con successo. Occupa tutto il suo, o le permette di dedicarsi anche alla vita privata?
«Chiaramente ho una vita privata, sono fidanzata e vivo una bella storia, ma non amo parlarne. Credo siano due piani distaccati, il lavoro e i sentimenti.
E lo porta sempre con sé?
«Sì, quando so che è un luogo dove può entrare. L’ho trovato in canile anni fa».
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