"Signor presidente Napolitano, mi dia la possibilità di difendermi". Con queste parole si apre l'ennesima presa in giro dell'ex terrorista Cesare Battisti alla giustizia italiana e, soprattutto, ai famigliari delle vittime di quegli Anni di Piombo di cui lui stesso ha fatto parte. Non tace, parla ancora. Scrive libri e rilascia interviste. Tanto che il grilletto facile dei Proletari armati per il comunismo torna a sparare (questa volta a salve) contro gli italiani. Come se non gli fosse bastato farci sapere che, grazie alla giustizia brasiliana, adesso passa le sue giornate a ballare il samba sulle assolate spiagge di Rio de Janeiro ammirando le belle donne e l'oceano, adesso (s)parla ai microfoni delle Iene e chiede al Colle di intercedere perché possa presentarsi di fronte a un tribunale italiano e di potersi difendere: "Voglio rispondere a un interrogatorio vero, come non è mai successo". Immediata la replica del Quirinale: "Battisti si presenti nel nostro paese per espiare le pene alle quali è stato condannato a conclusione di processi svoltisi nella piena osservanza delle regole di uno Stato di diritto".
Uno schiaffo dopo l'altro, una presa in giro dopo l'altra. Una richiesta che Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del comitato Schengen, non si tira indietro nel definire "blasfema". Prima la decisione delle istituzioni carioca, poi l'ex terrorista che, ogni due per tre, ci tiene a far sapere quanto si diverte sulle spiagge sudamericane. Adesso lancia pure un appello al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Quella di Battisti, in in onda domani sera a Le Iene Show, è solo una provocazione. Niente di più. Giusto per far perdere le staffe a chi lo ascolta. Perché, quando gli viene chiesto come mai non chiami direttamente Napolitano per spiegarsi con lui, Battisti sa bene che il capo dello Stato lo "manderebbe a quel paese perché lui è il presidente della Repubblica e io sono un signore nessuno". E spiega: "Napolitano mi pare che in quegli anni era uno dei massimi avversari del movimento rivoluzionario, quindi pare che sia rimasto avversario. Secondo me - aggiunge - Napolitano sa benissimo chi sono, cosa ho fatto e cosa non ho fatto. Non ha bisogno che io glielo dica. Anche perchè se io glielo dico lui non ci crede. E secondo me anche se ci crede non ha nessuna intenzione di crederci, di diffonderlo".
Battisti non nega di essere stato un membro dei Proletari armati per il comunismo, non nega di aver partecipato a un gruppo armato, di aver commesso svariati reati pur non avendo mai sparato a nessuno: "Non ho mai pensato di uccidere nessuno". Ben presto, però, l'intervista diventa una vera e propria farsa con l'ex terrorista che ribadisce di non essere mai stato interrogato e sottolinea l’impossibilità di affrontare la giustizia italiana dal momento che il processo è passato in definitivo. "Non ho nessuna possibilità di difendermi di fronte ad un giudice", continua assicurando che se gli venisse data la possibilità di sottoporsi a processo, la coglierebbe al volo.
In realtà, Battisti è scappato di prigione quando avrebbe potuto affrontare vis a vis la giustizia e scontare la pena che gli era stata inflitta. Non l'ha fatto. E' fuggito. E adesso viene pure a raccontare che "la vita da latitante è una merda". "Quando mi hanno preso per me è stato un momento di libertà, non aspettavo altro - continua l'ex terrorista - per quello che c’è questa famosa foto che quando mi prendono, che sono all’aeroporto, che sto sorridendo. Perchè per me era una liberazione". Poi l'ultimo insulto alla giustizia: "Mi sento vittima perché sono stato responsabilizzato per cose di cui non posso prendere la responsabilità".
Un insulto che Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pierluigi ucciso da Battisti nel 1979, non riesce proprio a mandare giù. Proprio per questo Torreggiani si candiderà alle prossime elezioni politiche tra le fila del centrodestra: "Scenderò in politica per difendere la giustizia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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