Di solito il corpo è prerogativa femminile. Di solito. Eppure l'uomo ha sempre giocato con se stesso. Con i suoi muscoli. Con il suo brio. Con il suo spirito. Con il suo charme. Con il suo appeal. Non solo macho, insomma. Ma, fosse come fosse, l'avvenenza è femmina. E al cinema si va per vedere la diva di turno. Tuttavia anche maschio è bello. Chiedere a Javier Bardem. O a Daniel Craig. E ieri a Richard Gere. E l'altro ieri a Marlon Brando e Alain Delon. O a James Dean. E a Cary Grant. O Gary Cooper. Elenco sterminato. Infinito. Storia del bello coniugato al maschile. Bello e impossibile. Ma talvolta fin troppo possibile. Possibilissimo. Al punto da essere lì. Pronto all'uso.
È l'uomo oggetto, tema a cui Gremese ha dedicato l'ultimo titolo della collana «Al cinema». Sono molti, moltissimi «Gli uomini oggetto» (Gremese, pp. 128, euro 18,50) che finiscono sotto la lente d'ingrandimento di Laurent Jullier e Jean Marc Leveratto che firmano il volume. Un excursus che abbraccia i generi più diversi e mette in un'ipotetica galleria del maschietto in vetrina i tipi più diversi che la celluloide ha mostrato. Gli eroi, in primo luogo. Quelli che combattono e uccidono mostri. Ma anche i beau sauvage. I Tarzan che affrontano ogni impresa in un mondo impossibile per amare la loro Jane. E prima di loro i protagonisti del cinema muto. Nel quale si poteva essere uomini oggetto anche senza dover parlare. Strumenti. In balia di ricche ereditiere. O di autoritarie virago.
Oggi l'uomo oggetto è il divo del porno. Il re del sesso. Lo chef del piacere. Quello che offre se stesso. E il proprio corpo. Quello che non è nulla al di fuori di un pugno di centimetri. Lo stallone da combattimento. Non il maitre degli affetti. E della galanteria. Non è l'amico della principessa in «Vacanze romane». Non è il padre. E nemmeno il fidanzato come il Benjamin del «Laureato». Lo è piuttosto il bel tenebroso. O il James Bond che si lascia coccolare da splendide fanciulle, ma spesso è l'anello debole della catena. Il salvatore di fanciulle in pericolo, ma anche l'ostaggio della femme fatale al servizio del cattivo di turno.
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