La magia delle antiche vie della seta in una mostra sull'Armenia

Apre domani a Palazzo Braschi a Roma l'esposizione di capitelli, sculture, ceramiche e tendaggi che raccontano la millenaria storia di Dvin, un'antica capitale cosmopolita del regno a metà strada fra Europa e Asia

La mostra «Dvin: una Capitale Armena tra Europa ed Asia», ripercorre la storia di Dvin, grande capitale nell'antica Armenia, importante città sulla strada che collegava l'Oriente e l'Occidente evidenziando le profonde stratificazioni culturali, attraverso l'esposizione di oltre quaranta reperti artistici: capitelli, sculture, tendaggi, ceramiche. L'evento si tiene al Museo di Roma a Palazzo Braschi da domani 9 novembre al prossimo 29 gennaio (apertura dal martedì alla domenica ore 10-20).
E proprio l'arte della ceramica rese famosa l'Armenia medievale nel Medio Oriente, un'attività urbana che presumeva l'esistenza di grandi città, specialisti qualificati, laboratori e vasti mercati in cui vendere i manufatti. Utilizzando magistralmente ossidi di metalli diversi - specialmente cobalto - furono prodotti recipienti ad alto cromatismo e sfumature con prevalenza di motivi geometrici o vegetali, figure umane, animali e uccelli nonchè creazioni artistiche. Recipienti con sottili pareti bianco latte, azzurro cielo e turchese creati nelle botteghe artigiane di Dvin, Ani, Amberd, Garni e Armavir nel X-XI secolo si distinguono per la loro eccezionale finezza e la semplicità della decorazione.
Dvin, tra le grandi e famose città dell'antica Armenia, era nel V secolo un grande centro economico, politico, culturale e spirituale, pedina importante del commercio internazionale, e conservò questo stato per molti secoli. Greci, assiri, persiani, ebrei, georgiani e molti altri popoli commerciavano con gli armeni nei mercati di Dvin, tanto che nel V-VI secolo era già una città affollata con una popolazione multietnica. Ma quali sono state le antiche capitali dell'Armenia prima e dopo Dvin? Dal IX al VI secolo a.C. Van - la prima capitale - al centro del potente stato di Urartu. Dal IV al III secolo a.C. Armavir, centro economico e culturale, fondata stando alla leggenda nella seconda metà del IV secolo nella valle dell'Ararat. Dal 210 al 180 a.C. la capitale dell'Armenia si spostò da Armavir a Ervandashat a causa dei lunghi inverni di Armavir che costringevano a gelate e mancanza di acqua la corte imperiale.
Artashat, quarta capitale dal 180 al 163 a.C. soprannominata da Lucullo «la Cartagine armena», considerandola il centro della nazione nemica di Roma. Dal 75 al 55 a.C. fondata da re Tigrane il Grande, fu capitale Tigranakert, in una posizione geografica ottimale per lo sviluppo di un commerci di transito. La Via Reale che andava verso sud collegava Tigranakert con la Mesopotamia, l'Oriente e l'Occidente.
Con la distruzione da parte dei Romani, nel 164, di Artashat, fu proclamata capitale Vagharshapat e tale rimase fino al 428, fino alla consacrazione di Dvin a capitale armena, dal 428 all'885. Bagaran, sulla riva sinistra del fiume Arax, fu capitale dall'885 - anno dell'indipendenza dell'Armenia - all'890. Dall'890 al 928 Shirakavan, quella che veniva definita due secoli prima un villaggio, divenne la nona capitale dell'Armenia.
Nel 929 il re armeno Abas fece di Kars una città reale che rimase capitale fino al 961. Ani, con strutture architettoniche laiche, eleganti palazzi, abitazioni a due piani, locande, mercati, chioschi e botteghe, fu capitale dal 961 al 1045. Dodicesima capitale, Sis, dal 1198 al 1375. Sotto Costantino I, in onore della città, fu coniata una moneta d'oro con l'iscrizione «La fortezza di Sis è il re».
Yerevan è la capitale della Repubblica d'Armenia dal 1918, nonchè il suo centro economico, politico e culturale. In diverse parti della città si possono trovare ancora oggi tombe a tumulo e fortezze, risalenti alla prima età del bronzo o i resti della fortezza ciclopica.


La mostra rientra nel calendario degli appuntamenti della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta - promossa dalla Camera di Commercio di Roma - realizzata grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali ed è sostenuta dal Ministero della Cultura della Repubblica d'Armenia, l'Ambasciata della Repubblica d'Armenia e il Museo di Storia dell'Armenia.

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