Migranti, i giudici accusano: "Ci sovraccaricano di lavoro". Ma l'emendamento FdI fa l'opposto

L'accusa di creare un aggravio di lavoro sulle Corti d'Appello con lo spostamento di competenze si basa sul nulla: l'emendamento Kelany riduce le competenze in tema migratorio

Immagine di repertorio
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Le toghe, alimentate dalle opposizioni, hanno iniziato una battaglia contro il governo per l'emendamento al decreto flussi presentato da Fratelli d'Italia che sposta le competenze per la convalida dei trattenimenti nei Cpr alle Corti d'Appello. Dall'Anm ai presidenti delle stesse Corti, passando per i magistrati, sono stati firmati documenti e inviate lettere al presidente della Repubblica per chiedere che venisse bloccato tutto. Il nodo della questione sarebbe un aggravio di lavoro in capo agli uffici per il ripristino del reclamo in Appello per il diniego della "protezione internazionale". Questo, unito allo spostamento delle competenze, a loro dire manderebbe a carte quarantotto l'intero sistema. Se fosse così. Ma così non è, e i togati lo avrebbero saputo se avessero aspettato per leggere bene l'emendamento e non si fossero affidati esclusivamente alle veline delle opposizioni e alla stampa schierata contro il governo.

Come riferisce il quotidiano il Dubbio in edicola oggi, infatti, l'emendamento ultimo in elaborazione non prevede quello contro il quale loro protestano. Il ripristino dei ricorsi contro il respingimento delle domande d'asilo in Corte d'Appello erano presenti nella versione originaria del decreto Flussi, il 145 del 2024. Tuttavia, l'emendamento presentato dall'onorevole Sara Kelany, proprio per evitare quel sovraccarico che loro lamentano preventivamente, ci tira una linea sopra e cancella quella possibilità, proprio perché viene considerata prioritaria la valutazione sui trattenimenti nei Cpr. In estrema sintesi, con l'emendamento Kelany non solo non si va ad aggravare di lavoro le Corti d'Appello ma si va a sgravare di numerose pratiche l'impegno degli uffici. E i magistrati se ne sarebbero resi conto se avessero pazientato per leggere tutto, per bene, prima di partire all'attacco.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un'intervista rilasciata al Corriere della sera lo scorso 18 novembre, per altro, rispondendo alle accuse di sovraccaricare i giudici d'Appello, ha replicato dettagliatamente: "L’emendamento parlamentare prevede esattamente il contrario. Abbiamo tolto i reclami contro i provvedimenti delle sezioni specializzate, come chiedevano i loro presidenti. E l’eventuale devoluzione delle convalide può essere una maggiore garanzia giurisdizionale". Ancora una volta, quindi, si conferma una polemica politica sul nulla, su informazioni inesatte diffuse per confondere.

"Spostare alle Corti d'Appello le competenze relative alle convalide dei trattenimenti serve per decongestionare il grande carico di lavoro delle sezioni specializzate, in modo da velocizzare le pratiche quotidiane", ha spiegato Sara Kelany, relatrice dell'emendamento, spegnendo ulteriormente le polemiche strumentali.

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