Lo schiaffo di Santalucia a Enzo Tortora

Secondo il presidente dell'Anm, istituire la giornata delle vittime giudiziarie nel giorno dell'arresto di Enzo Tortora non sarebbe corretto

Lo schiaffo di Santalucia a Enzo Tortora
00:00 00:00

Giuseppe Santalucia, presidente dell'Anm, in Commissione Giustizia ha espresso dubbi sull'istituzione del 17 giugno come Giornata delle vittime degli errori giudiziari. È la denuncia del presidente dei deputati di Italia Viva, Davide Faraone, primo firmatario della proposta di legge sulle vittime degli errori giudiziari. "Secondo Santalucia l'istituzione della Giornata delle vittime degli errori giudiziari, l'individuazione del 17 giugno, data dell'arresto ingiusto di Enzo Tortora, genera sfiducia pubblica. Veramente il mondo al contrario", ha dichiarato.

Noi, ha aggiunto Faraone, "crediamo invece che siano le oltre trentamila vittime di errori e ingiuste detenzioni nel nostro Paese, a creare sfiducia e pensiamo che servono riforme che arginano un fenomeno troppo diffuso nel nostro Paese". Dure anche le parole di Gaia Tortora, vicedirettore del Tg La7, nei confronti del presidente dell'Anm: "Peccato caro Santalucia che quella sfiducia già c'è. E il significato di quella giornata non lo ha minimamente compreso. L'importante per voi è barricarvi nel vostro orto. Pericolo...una definizione ridicola. Peccato, caro Santalucia che quella sfiducia già c'è. E il significato di quella giornata non lo ha minimamente compreso. L'importante per voi è barricarvi nel vostro orto. Pericolo... Una definizione ridicola".

Enzo Tortora venne accusato di gravi reati, come associazione camorristica e traffico di droga, ai quali in seguito risultò totalmente estraneo, sulla base di accuse formulate da soggetti provenienti da contesti criminali. Ma nel frattempo venne arrestato, appunto il 17 giugno, nel 1983. Trascorse in carcere in tutto sette mesi, due a Roma e cinque a Bergamo, e nel gennaio del 1984 gli furono concessi gli arresti domiciliari per ragioni di salute. Il 17 settembre 1985 i due pm titolari d'indagine ottennero la sua condanna a 10 anni di reclusione ma un anno dopo, il 15 settembre 1986, venne assolto dalla Corte d'appello di Napoli, con sentenza confermata dalla Corte di cassazione nel 1987, perché innocente.

Durante il suo calvario giudiziario venne eletto eletto all'Europarlamento con il Partito radicale ma rinunciò alla propria immunità per difendersi nel processo e non dal processo. Morì nel 1988, appena un anno dopo dall'assoluzione, provato dalle vicissitudini.

Articolo in aggiornamento

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica