Le mani bucate del centrosinistra: pensione-omaggio agli albanesi

Solo nel 2004 i fondi pubblici assegnati alle organizzazioni hanno superato i 320 milioni

Pierangelo Maurizio

Una Finanziaria lacrime e sangue, tagli a tutto? Niente paura: c’è anche chi ride. Lo Stato italiano tramite l’Inps paga le «pensioni sociali» anche agli albanesi (ma in linea teorica anche ai turchi, marocchini, e così via) «ricongiunti» con i loro cari in Italia, purché siano sprovvisti di reddito, abbiano compiuto i 65 anni e abbiano il permesso di soggiorno a tempo indeterminato. L’assegno è di 381 euro al mese, per un totale annuo (13 mensilità) di 4.962,33 euro. Il tutto grazie a quattro righe e mezza contenute in un’altra Finanziaria dell’Ulivo, quella per il 2001 (con il governo Amato imperante), approvata il 23 dicembre 2000.
Il comma 19, articolo 80 («Disposizioni in materia di politiche sociali»), così recita: «Ai sensi dell’articolo 41 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, l’assegno sociale e le provvidenze economiche che costituiscono diritti soggettivi in base alla legislazione vigente in materia di servizi sociali sono concessi, alle condizioni previste dalla legislazione medesima, agli stranieri che siano titolari di carta di soggiorno (ndr, ora permesso di soggiorno a tempo indeterminato)».
Come nella migliore delle tradizioni il comma 19 è scivolato nell’articolo 80 dove si parla di tutto, dai contributi per «i lavoratori sordomuti» alla «solidarietà sociale» per il Trentino-Alto Adige. La cosa era cominciata con l’estensione delle tutele sociali ai cittadini dell’Unione europea, in nome della reciprocità, quindi con la Finaziaria di Amato si è arrivati al concetto largo di «stranieri», purché con permesso di soggiorno superiore all’anno.
A ricorrere al nuovo «miracolo» italiano, finora, sembra siano soprattutto gli albanesi. Ma ad usare il grimaldello del comma 19 sono i patronati dei sindacati, che sono remunerati dall’Inps con un fondo speciale. Sono loro, i patronati, a compilare e a far arrivare le pratiche agli sportelli dell’Istituto di previdenza.
La filiera della cuccagna funziona così. Il muratore o la colf albanesi chiedono il «ricongiungimento» dei genitori in Italia. I quali ottengono in un primo tempo il permesso di soggiorno temporaneo, poi quello definitivo. Nel compilare moduli e pratiche alla voce su come pensano di campare, dichiarano «altri redditi»: cioè al loro sostentamento provvederanno i figli. Compiuti i 65 anni possono chiedere e ottenere l’assegno sociale: sono privi di reddito (quello dei figli non è cumulabile), sono in possesso del permesso di soggiorno a tempo indeterminato.
Finora le pratiche di questo tipo arrivate in ordine sparso agli sportelli della Previdenza si contano nell’ordine delle centinaia. Ma la vicenda preoccupa soprattutto in prospettiva.
Le maglie delle norme in vigore sono larghissime, per usare un eufemismo. Certo, c’è la condizione indispensabile che il cittadino straniero per avere l’assegno sociale «risieda abitualmente in Italia». Ma i controlli nessuno li fa. Innanzitutto, perché sono impossibili. E comunque nessuno li ha previsti. Così, in linea teorica, una volta ottenuto l’accredito su un conto corrente in banca o alla posta l’ultra-sessantacinquenne albanese, o chi per lui, può intascare l’assegno mensile senza spostarsi dall’Albania.
Se i genitori «ricongiunti» sono tutti e due, babbo e mamma, la somma complessiva ogni anno è di 10mila euro. In Italia una coppia di anziani forse ha qualche difficoltà a garantirsi tutti i giorni caffellatte e biscotti con questi soldi. Ma in terra albanese sono un’autentica fortuna.
In alcune città gli uffici territoriali dell’Inps hanno autonomamente chiesto alle questure come mai vengono rilasciati tanti permessi definitivi ad albanesi ultra-sessantacinquenni. «Finché le leggi restano queste - hanno allargato le braccia in questura - non possiamo fare nulla».

E la legge stabilisce che, nel caso di immigrati che sono in Italia regolarmente almeno da sei anni, ai genitori spetti il permesso di soggiorno a tempo indefinito. Con assegno sociale incorporato.
pierangelo.maurizio@alice.it

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