Mannheimer: «La crisi taglia l'interesse per l'arte contemporanea»

Presentata ieri alla Triennale di Milano la ricerca sull'arte contemporanea in Italia effettuata dall'Ispo: gli appassionati sono calati in un anno da 17,5 milioni a 13,5 milioni. Dimezzati gli amanti del contemporaneo: scesi da 9 milioni a 4,5

Distolti dai passatempi culturali perchè impegnati a fare i conti con le difficoltà della crisi economica, gli italiani si interessano meno all'arte. E a risentirne, secondo uno studio, è soprattutto la produzione contemporanea che ha visto dimezzarsi, in due anni, i suoi appassionati. Pur non avendo sempre i mezzi economici per acquistare un'opera, gli italiani considerano tuttavia il settore come una buona opportunità di investimento, vivendolo paradossalmente come un bene anti-crisi. Permangono però le difficoltà ad accostarsi a una forma d'arte criptica, vista troppo spesso come un mondo per soli intenditori. Questo ritratto del Belpaese emerge da una ricerca sull'arte contemporanea in Italia dell'Istituto per gli studi sulla pubblica opinione (Ispo) per conto di Terna, e presentata oggi da Renato Mannheimer alla Triennale di Milano, contestualmente con il premio artistico, assegnato proprio dalla società energetica.
Rispetto alla stessa indagine, effettuata nel 2008, gli italiani interessati all'arte in generale sono calati da 17,5 milioni a 13,5 milioni e letteralmente dimezzati se si considera lo specifico della contemporanea, passando da 9 milioni a 4,5 milioni. «La crisi fa diminuire fisiologicamente qualsiasi interesse» ha rassicurato Mannheimer, osservando che comunque «ben il 9% degli italiani apprezza l'arte contemporanea, fenomeno quindi da considerare di massa e non certo elitario». Secondo Davide Rampello, presidente della Triennale, il problema non è invece direttamente economico, ma scatenato da una progressiva crisi dei valori: «Abbiamo sempre più una materialità banale, dovuta anche a format limitanti e massificati come quelli televisivi. È necessario reinventare l'immaginario comune ed investire molto sulla formazione».
Per 13,5 milioni di italiani è ancora difficile accostarsi all'arte contemporanea, considerata un settore per soli intenditori da 22,5 milioni di persone e vista come una moda passeggera che non durerà nel tempo dal 41% degli intervistati, mentre il 59% riconosce canoni stilistici che reggeranno la prova del tempo.Trentacinque milioni di persone, in effetti, non hanno nemmeno chiara la differenza fra arte moderna e contemporanea. Competente in materia è una fascia di appassionati giovane e istruita, compresa fra i 25 e i 35 anni.
Perfettamente diviso a metà il giudizio sugli artisti, ritenuti dal 50% degli intervistati legati solo alla fama, prima che al talento e all'amore per l'arte.

Registra quasi un raddoppio, però, la percentuale di chi (9,5 milioni di persone) considera quella contemporanea una buona forma di investimento quasi relegandola a fenomeno economico utile per le proprie tasche. Tra i 4,5 milioni di italiani interessati all'arte, il 10% ha acquistato un'opera negli ultimi due anni e il 37%, circa 1,6 milioni di persone, prevede di acquistarne in futuro

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