Manovra, sì al vertice tra le Regioni e Tremonti "Pronti ai tagli flessibili". Ma Errani non ci sta

Levata di scudi degli enti locali: "Grave se il premier e i ministri rifiutano un incontro". Bonaiuti: "Il saldo resta a 24,9 miliardi". Il provvedimento al Senato giovedì, voto finale il 14. Poi l'apertura di Fitto: "Giovedì vertice con Regioni e Tremonti". Errani: "La conferenza unificata non è una soluzione"

Manovra, sì al vertice tra le Regioni e Tremonti 
"Pronti ai tagli flessibili". Ma Errani non ci sta

Roma - "Non potremmo che considerare gravissimo e inaccettabile il diniego circa la richiesta del sistema delle autonomie territoriali di avere un incontro con il presidente del Consiglio e con i ministri interessati dalla manovra". Lo affermano in una nota congiunta Sergio Chiamparino (Anci), Vasco Errani (Conferenza delle Regioni), Giuseppe Castiglione (Upi) e Enrico Borghi (Uncem), a seguito della notizia che il governo non intenderebbe svolgere l’incontro richiesto unitariamente la scorsa settimana. Di fronte a un eventuale rifiuto del governo ad organizzare un incontro "verrebbe meno - sottolineano i presidenti della conferenza delle Regioni, Anci, Upi e Uncem - il principio di leale collaborazione che è la base delle corrette relazioni istituzionali su cui si fonda la nostra Costituzione. È quindi necessario convocare in tempi rapidissimi - sollecitano - una riunione di tutti i livelli istituzionali della Repubblica".

I tagli flessibili Sì ai tagli, per 4 miliardi nel 2011 e 4,5 a partire dal 2012, alle Regioni, ma sarà la Conferenza Stato-Regioni a poter decidere, entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto legge sulla manovra, con quali criteri essi saranno attuati. La commissione Bilancio ha approvato l’emendamento del relatore che prevede che fra i principi guida che dovranno essere tenuti in considerazione per valutare come mettere in pratica la sforbiciata alle risorse vi sia tra l’altro il "rispetto del patto di stabilità interno". La misura prevede un taglio delle risorse destinate anche alle Province e ai Comuni. Lo aveva annunciato nel pomeriggio il relatore alla manovra Antonio Azzollini a margine dei lavori in Senato, dopo un incontro con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. In serata è stato approvato l'emendamento che concede maggiore flessibilità nella scelta dei comparti su cui attuare i tagli previsti per le Regioni che si sono dimostrate più virtuose nel rispetto del patto di stabilità interno. Il decreto legge sulla manovra economica verrà discusso in aula al Senato giovedì 8 luglio e venerdì 9 e il voto finale è previsto per mercoledì 14 luglio. Lo ha detto il capogruppo dell’Idv a Palazzo Madama Felice Belisario al termine della conferenza della capigruppo. 

Fitto: "Giovedì vertice Regioni-Tremonti" "Questa mattina ho convocato la conferenza unificata Stato-Regioni per giovedì alle ore 15, con all’ordine del giorno la manovra. In quella sede sarà presente anche il ministro dell’Economia", ha dichiarato il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto.

Bersani protesta "È stato inelegante togliere due miliardi con una telefonata mentre gli insegnati, i poliziotti, le famiglie e i disabili non sanno niente di quel che gli succederà". Pierluigi Bersani commenta così il colloquio telefonico tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha avuto l’esito di accontentare le richieste degli industriali sulla manovra economica. "E se capisco quando c’è odore di pistola alla tempia, capisco bene da tempo - rimarca il segretario Pd - che quando Berlusconi concede qualcosa pretende immediato consenso. È questo che chiamo meccanismo conformistico. E questo è un vulnus formidabile alla vita civile di un paese democratico". Bersani ha proseguito attaccando di nuovo premier e maggioranza: "Non vorrei che dopo Berlusconi venisse fuori Chavez. Dobbiamo ripristinare i concetti base della democrazia parlamentare perché non si può più andare avanti a colpi di decreti, fiducie e telefonate riparatrici. O il parlamento riprende il suo ruolo o non c’è libertà per nessuno".

Bonaiuti: ancora niente incontri con le Regioni "Non abbiamo fissato ancora nessun incontro con le Regioni, siamo aperti a qualche modifica, ma nella misura in cui non si superino i saldi già stabiliti, cioè i 24,9 miliardi di euro". Lo ha precisato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, parlando a Omnibus su La7. "Bisogna accettare che la camicia è questa ed è stretta - ha proseguito il portavoce del premier - visto che in Inghilterra addirittura si pensa di togliere il posto a 20mila poliziotti".

Errani: "La conferenza unificata non è uan soluzione" La convocazione della Conferenza unificata "non risolve il problema istituzionale dell`incontro con il presidente del Consiglio". Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, torna all’attacco e afferma: "la convocazione della Conferenza unificata-Stato-Regioni-Enti locali, per l`espressione del parere sulla manovra non risolve in alcun modo la questione posta dalle Regioni e dalle autonomie locali. Valuteremo domani nella conferenza delle Regioni cosa fare rispetto a tale convocazione". "Resta tutto il problema istituzionale dell`incontro con il presidente del Consiglio - aggiunge Errani - così come richiesto dalle Regioni e dalle autonomie locali e rispetto al quale lo stesso presidente del Consiglio aveva data dall`estero la propria disponibilità". "Lo ribadisco con forza: è quella la sede per un confronto utile tra i diversi livelli istituzionali della Repubblica. Noi vogliamo questo confronto e vogliamo - se possibile - raggiungere un accordo per costruire una manovra più equa e più sostenibile ed evitare un dannoso conflitto istituzionale".

"Perché - si chiede Errani - non si svolge questo incontro per il quale lo stesso Presidente aveva dato disponibilità? E` chiaro a tutti - ha concluso Errani - che sarebbe incomprensibile e grave se davvero il presidente del Consiglio non potesse aprire tale confronto di merito sulla manovra".  

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