Marano: «Per Saccà la vita è tutta fiction»

da Milano

«Stavolta non ci sto». Antonio Marano, direttore di Raidue, tiene a freno il suo temperamento spavaldo per rispondere, con calma e ironia, alle accuse ricevute in questi giorni. La sua rete, il canale shakerato, quello su cui vanno in onda come in un grande frullatore Santoro e Tom & Gerry, la Tribuna politica e Casalinghe disperate, Minoli e Cochi e Renato, è stato in particolare criticato dal direttore di Raifiction Agostino Saccà. Il quale, in conferenza stampa mercoledì scorso ha detto papale papale che, che «se le serie americane come Desperate Housewife e Lost fanno ascolti il tutto il mondo e su Raidue no, vuol dire che qualcosa non va e bisogna lavorare non tanto sul prodotto quanto sulla piattaforma». Tradotto: le fiction sono belle, è la rete che è brutta.
Direttore Marano, cosa replica?
«Premetto che, contravvenendo alle mie abitudini, ho deciso di portare all’esterno il dibattito aziendale solo perché sono rimasto sconcertato dalle ultime dichiarazioni del direttore Saccà».
Dunque?
«Mi sembra che la situazione sia opposta a quella descritta dal direttore di Raifiction. Non si possono fare confronti tra prodotti diversi. Io preferisco mandare in onda serie americane che costano meno e rendono di più come ascolti piuttosto che fiction italiane care e che non portano risultato».
Esempi?
«Prendiamo quelle da lui citate. Lost ha totalizzato il 14,83 per cento di share. Casalinghe, serie in crisi in tutto il mondo, il 9,45. Una serie intera come E. R. che ha fatto il 10,4 per cento costa quanto una sola prima serata di produzione italiana».
In generale, però, bisogna dire che la fiction è quella che ha portato i maggiori ascolti all’azienda di Stato. Anzi, quasi l’unico genere in salute sulla tv in chiaro...
«Per un certo target di pubblico certamente. Ma Raidue ha un compito diverso da quello di Raiuno: rivolgersi a una fascia giovane. Esempio: Capri, andato in onda sull’ammiraglia, ha avuto uno share buono del 26,1 per cento, ma è stato seguito da un pubblico con un’età media di 53 anni. Per Lost (Raidue) l’età media è 42,6».
Be’, ma non è bello infarcire una rete di prodotti stranieri al posto di quelli nazionali...
«Certo. Infatti resto in fiduciosa attesa di un prodotto italiano che possa attirare l’attenzione di un pubblico giovane».
Avevate Crimini, la bella serie scritta da otto giallisti italiani e l’avete buttata al vento, prima cambiandole di giorno e poi rinviandola a maggio..
«Alt! Faccio presente che la decisione che Crimini sarebbe andata in onda prima di mercoledì e poi di venerdì era stata presa dall’intero vertice aziendale, in modo da non fare concorrenza alla fiction in onda in quasi tutte le altre sere su Raiuno. E sentirsi dire da Saccà che "è stato un crimine spostare Crimini" non è stato piacevole visto che anche lui era presente in sede decisionale».
Roma, il kolossal prodotto a Cinecittà in coproduzione americana, è stato un tentativo abortito di produzione «vivace»...
«Roma ha fatto solo l’8 per cento. Mi chiedo se dobbiamo realizzare prodotti che piacciano al pubblico o prodotti per sostenere le maestranze di Cinecittà e le aziende di produzione».
Per la sua rete arrivano tempi ancora più difficili: Simona Ventura, la stella dell’Isola dei famosi, trasloca su Raiuno...
«Si sta definendo questa soluzione: Simona in autunno condurrà il Musichiere su Raiuno e da noi continuerà a fare Quelli che il calcio, sperando che tutto ciò non porti problemi al gruppo e agli ospiti dello show».
E L’Isola dei famosi che fine fa?
«Resta lì dov’è: si farà in autunno. Abbiamo proposto la conduzione a Monica Leofreddi, con inviato Marco Mazzocchi».
Intanto deve tenere insieme un palinsesto assurdo, in una rete senza identità...
«Il secondo canale, in un gioco di squadra, deve tener conto delle difficoltà di programmazione delle altre due reti. E io non posso fare altro se non lavorare sugli spazi liberi. Nel palinsesto di marzo, per esempio, puntiamo sulle serie poliziesche NCIS, Senza traccia, Cold Case; su E. R., Lost, Donne in prima serata, Anno zero di Santoro e Votantonio, show con Canino».
Alcune idee partorite dalla sua mente come la riedizione di Libero o Wild West, non sono brillate...
«Errori, li abbiamo riconosciuti e agito di conseguenza».


Saccà dice che al suo posto dovrebbero mettere Minoli...
«Saccà vorrebbe sostituire in ministro degli Interni con il maresciallo Rocca e quello degli Esteri con l’ispettore Coliandro. Diciamo che per lui la vita è tutta una fiction... ».

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