Marta, la prof che copia per scrivere i programmi

Marta, la prof che copia per scrivere i programmi

(...) candidato sindaco della Spezia con la sua lista civica, c'è perfino chi è stato ben attento ad ascoltare le idee e le proposte degli altri candidati. Le accuse le scaglia contro il candidato sindaco dell'Unione: «Massimo Federici deve essere veramente a corto di idee se fa shopping nei programmi degli altri e usa le nostre battaglie per riempire i suoi vuoti di programma e di proposte». E ancora: «Sono anni che sosteniamo che La Spezia può diventare la capitale della nautica, e solo adesso, in piena campagna elettorale, Federici improvvisamente si sveglia dal suo torpore e sostiene che La Spezia ha tutte le caratteristiche per diventare la capitale della marineria del Mediterraneo».
Marta Vincenzi, invece, è andata oltre: non si è limitate ad ascoltare e far proprie le idee dei cittadini, ma talvolta le ha pure ricopiate. Parola per parola. Basta andare a pagina 80 del suo programma, nel capitolo 5 dedicato alla «città sostenibile», per leggere il punto due: «Un grande progetto di messa a norma della città».
Così, è facile scoprire come la «proposta per il verde pubblico a Genova» inoltrata martedì 3 aprile dalla onlus Italia Nostra a tutti gli organi di stampa, ad alcuni consiglieri comunali, nonché ai due principali candidati per la conquista di Tursi è diventata parte integrante del programma elettorale del centrosinistra. Il comunicato stampa che precedeva tale documento, preparato in circa due anni di studio e di ricerche, non rivendicava alcun copyright né, del resto, invitava i candidati sindaci a utilizzarlo per una sommaria scopiazzatura. Si legge: «Far ritornare Genova una città di giardini: questo è l'ambizioso obiettivo che Italia Nostra propone al prossimo sindaco», lasciando quindi aperta la possibilità di un coinvolgimento della onlus e un utilizzo del suo programma.
Non appena il Giornale ha provato a saperne di più, si è scoperto che i dirigenti dei 200 soci genovesi di Italia Nostra non sapevano che parte della loro proposta fosse diventata parte del programma scritto e firmato da Marta Vincenzi. «Non ne sapevamo nulla, non sapevamo nemmeno se avessero letto il nostro documento. Nessuno dei candidati ci ha mai risposto e nessuno ci ha chiesto alcuna autorizzazione - spiega Federico Anghelè, consigliere del direttivo della sede genovese di Italia Nostra - Anche se, da un lato, il fatto che le nostre proposte siano state ascoltate non ci può che far piacere». Anghelè, però, vuole precisare che «l'attegiamento della onlus è totalmente equidistante a tutti i candidati e assolutamente al di fuori dalla politica attiva durante questa campagna elettorale».
Solo che, leggendo tra le righe sia il dossier sia il programma, si nota come le principali proposte della onlus siano state scartate, a differenza delle parti più descrittive. Così, con un semplicissimo «taglia e incolla» il programma di Marta Vincenzi per la parte dedicata al verde urbano è presto fatta. Pagina 81 è quasi interamente ricopiata dal documento della onlus: in alto 6 righe che non cambiano di una virgola rispetto a quella che era la chiosa finale del lavoro di Italia Nostra. Poco più in basso, invece, le righe coincidenti sono ben 21, per un totale di 1580 caratteri e 239 parole in ordine identico. Anzi, 238, perché una parola è differente. Quando la onlus scrive che «grande importanza deve essere garantita al verde interstiziale, al verde d'arredo e alle aiuole», Marta Vincenzi ha preferito non «garantire» un bel niente e sostituire il verbo con un più generico «attribuire». Stesso discorso per le 9 righe coincidenti a pagina 82.

Qui viene spiegato uno degli obiettivi principali richiesti da Italia Nostra: «Occorre scorporare la gestione dei tre parchi storici dal resto del verde pubblico genovese affidando in concessione le competenze su di essi ad altrettante fondazioni o associazioni, senza fini di lucro, il cui scopo primario sia quello della tutela “attiva” del bene». Qui, Vincenzi ha optato per cancellare tutte le parole da «genovese» a «lucro». Perché un conto è dire un obiettivo, un altro è spiegare come raggiungerlo.

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