Hama (Siria) - La situazione in Siria è precipitata. Qesta mattina all’alba i carri armati hanno bombardato la città di Hama, teatro di grandi manifestazioni di protesta contro il regime di Bashar al Assad: almeno 100 civili sono rimasti uccisi, secondo quanto riferisce l’emittente panaraba al Jazeera. Altre fonti parlano di 73 morti accertati. Una pioggia di granate si è abbattuta sulla città, secondo quanto riferito da alcuni residenti locali, che hanno denunciato anche il taglio della corrente elettrica e dell’acqua. "I carri armati stanno attaccando da quattro diverse direzioni. Stanno sparando con mitragliatrici pesanti e travolgendo le barricate erette dagli abitanti", ha detto una fonte sanitaria locale.
Le barricate Dopo ore di bombardamenti da parte delle forze di sicurezza siriana "adesso i cittadini di Hama sono barricati in casa, mentre gruppi di giovani mettono su barricate usando tutto quello che trovano, anche materassi, a difesa dei propri quartieri", ha raccontato un testimone precisando che al momento il rumore delle bombe è cessato mentre si sentono sporadiche sparatorie. "I ragazzi stanno tentando di proteggere le loro famiglie, perchè le forze di sicurezza fanno irruzione casa per casa per arrestare gente e portarla via", ha detto ancora il testimone.
La versione del governo Diversa la versione fornita dalla Sana, l'agenzia di stampa ufficiale, secondo la quale l'esercito è intervenuto rispondere a "gruppi armati" che avevano bloccato le strade con barricate, terrorizzando i residenti.. Secondo la Sana due poliziotti sono rimasti uccisi negli scontri e "gruppi terroristici" hanno occupato le strade a Deir Ezzour, attaccando le stazioni di polizia e rubando le armi. "Le forze dell’ordine stanno ancora dando la caccia a questi gruppi armati e cercando di gestire la situazione nel modo più opportuno", conclude il comunicato del governo siriano.
Oltre 130 morti in tutto il Paese Ha i numeri di un vero e proprio massacro il bilancio dell’offensiva contro i manifestanti anti-governo lanciata oggi dalle forze di Damasco, proprio alla vigilia dell’inizio del mese di Ramadan. I gruppi per i diritti umani parlano di oltre 136 morti, principalmente ad Hama. Ma vittime dell’offensiva sono state registrate anche a Harak, nella provincia di Daraa, dove sono state uccise diverse persone, tra le quali una bambina di tre anni. Mentre sono almeno 19 le persone rimaste uccise, e decine i feriti, nella città orientale di Deir el Zour. Due persone sono state uccise nella città di Idlib, nel nord del paese.
Scontri a Daraa Scontri nel villaggio siriano di Harak, nella provincia meridionale di Daraa. Le forze di sicurezza, raccontano testimoni, hanno aperto il fuoco stamattina mattina contro i residenti che erano scesi in strada per comprare il pane. Secondo Abu Mohammed sarebbero 40 i feriti e 170 le persone detenute in seguito a rastrellamenti casa per casa. Alcuni soldati avrebbero inoltre defezionato perché non volevano sparare sui proprio concittadini. I racconti non possono essere verificati in modo indipendente in quanto Damasco impone restrizioni al lavoro dei giornalisti, molti dei quali sono stati espulsi dal Paese.
Bombe a Damasco Almeno 42 persone sono rimaste ferite da bombe a frammentazione lanciate dalle forze di sicurezza siriane contro una manifestazione ad Harasta, periferia di Damasco, dove le forze ultra lealista della Quarta Divisione si sono dispiegate per reprimere le proteste pro-democrazia.
Sanguinosa protesta Dall'inizio della protesta sono circa 1.600 le vittime della repressione condotta dal regime. La maggior parte delle persone sono state uccise dalle forze di sicurezza durante manifestazioni. Hama è uno dei centri più caldi della protesta. A inizio giugno, le forze di sicurezza hanno ucciso a colpi di arma da fuoco 65 persone. Da allora i manifestanti hanno occupato le strade e le forze di governo hanno circondato la città e condotto raid notturni. Hama ha una storia di opposizione al governo.
Il massacro del 1982 Quarta città della Siria con 700mila abitanti, Hama è un simbolo della lotta contro il regime degli Assad. Già nel 1976 fu l’epicentro delle sommosse ispirate dai Fratelli musulmani contro il padre di Bashar, Hafez: "Il leone di Damasco" rispose nel febbraio del 1982 con quello che è stato chiamato il "massacro di Hama".
L’artiglieria e i carri armati attaccarono la città 200 chilometri a nord della capitale uccidendo indiscriminatamente tra le 25 e le 30mila persone. Il centro di Hama fu raso al suolo e ricostruito per cancellare ogni memoria dell’insurrezione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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