Un critico capace di cogliere con genialità e attenzione gli aspetti essenziali di ogni opera. Uno studioso attento nel far emergere ciò che spesso perfino gli autori non erano riusciti a comprendere. Per poi avvolgere i suoi giudizi nella sua sempre attenta dimensione del mondo contemporaneo. Ma anche un giornalista, uno scrittore, un professore, un ricercatore, un uomo di fede e un testimone del novecento capace di scelte coraggiose. Anche per dare una nuova spinta culturale a una destra troppo spesso smarrita. Così ieri è stato ricordato Alessandro Massobrio nel convento delle reverende suore di San Giuseppe a Castelletto da numerosi relatori e intellettuali, a quattro mesi dalla sua prematura.
«Non ho mai visto nessuno scaldarsi di ammirazione così tanto per una persona che conosceva così poco» ha ricordato Massimiliano Lussana, caporedattore del Giornale - testata per cui Massobrio ha collaborato con passione e professionalità. Perché c'è chi come, Augusto Sciacca, ad aver intuito la grandezza di Massobrio dopo una breve conversazione telefonica e dopo una recensione «che nessuno avrebbe potuto fare meglio». Il concetto lo ripetono tutti, da Emilio Artiglieri a Mario Bozzi Sentieri.
«Un uomo che ha onorato Genova, anche se purtroppo non abbastanza a causa della prematura scomparsa» ha precisato Paolo Mangiante.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.