Sono gli ultimi giorni di studio matto e disperatissimo. Una manciata di ore ormai separa i 24.555 maturandi milanesi e i 75.988 ragazzi lombardi all'esame di maturità che quest'anno con i suoi 100 anni tondi tondi, prende il via mercoledì mattina. Alle 8 tutti svegli, freschi e seduti per la prima prova, quella di italiano. Il giorno dopo ci sarà la seconda prova, specifica per ciascun corso di studi. Nel frattempo ci sarà l'estrazione della lettera dell'alfabeto per conoscere quando tocca invece l'orale davanti alle 1.888 commissioni lombarde di cui 604 a Milano città. I ragazzi si stanno giocando questi ultimi giorni tra tisane, schemi, riassunti e ricerche sfrenate on line a caccia di possibili tracce per italiano oppure per tracciare l'identikit dei commissari esterni. Quest'anno, infatti, si torna alla maturità (quasi) tradizionale per la prima volta dopo il Covid. Le tracce arrivano dal ministero e la commissione per metà non è interna. L'ansia fa parte del gioco. Chi più, chi meno. «Sto cercando di viverla al meglio», dice Nicholas De Mari, al quinto anno del liceo scientifico sportivo De Amicis. «Vedo alcuni compagni che vanno anche meglio di me, ma si fanno un sacco di paranoie. Io studio, mi sono fatto un bel programma per ogni materia, voglio arrivare all'esame ben preparato ma so anche che voglio entrare ed essere tranquillo». Lui, come molti altri sentiti, è convinto che l'esame col suo secolo di vita serva ancora. «Non è inutile - commenta Maddalena Totti in quinta al liceo classico Manzoni - segna un po' un passaggio, chiude 5 anni, un capitolo... sulla modalità, forse, dovrebbe rispettare di più il corso di studi, anche se l'orale è già più interessante perché non è l'ennesima interrogazione ma serve a capire come ti giostri tra le cose che hai studiato». Secondo lei su questo la preparazione è un po' relegata all'ultimo anno, finalizzata solo all'esame, invece qualche «esercizio» di collegamenti tra le materie potrebbe iniziare anche prima. E non è una questione di scuola. È proprio di impostazione. Federica Allegri maturanda al liceo classico Parini dice la stessa cosa. «Non eliminerei la Maturità, in realtà è utile perché è il nostro primo, vero, esame. Il problema è che all'orale ci chiedono una cosa che non ci hanno mai abituato a fare. Collegare tutto in 5 minuti è anche difficile. Però, per quanto possa essere difficile, è anche bello che venga fuori la capacità di legare argomenti lontani e diversi». Intanto lei segue il toto-temi. «D'Annunzio, Manzoni, la Riforma Gentile della scuola, si dice di tutto. Latino? Sono 3 anni che il ministro non dà una versione, si spera che non vada su Tacito». C'è chi ha già programmato intanto tutto. «Sono fiducioso che gli scritti andranno bene - ammette Matteo Nosenzo, al liceo classico Carducci - Come mi preparo? Studio e faccio schemi. Scrivere mi aiuta a rielaborare e memorizzare. Poi tra gli scritti e l'orale pensavo di studiare per mappe concettuali, prendo i testi indicati dal programma, estrapolo i temi e vado per percorsi tematici. Per l'orale servirebbero più simulazioni durante l'anno». «Ho diviso la giornata a metà - spiega Gabriele Franchini, del liceo scientifico Maxwel che punta a superare l'80 e andrà a fare ingegneria chimica al Politecnico. Oggi metà matematica e metà inglese, domani matematica e scienze. Ultimo giorno ripasso solo italiano. Ma quasi ogni giorno stacco e mi butto in acqua, il mio svago è il nuoto agonistico».
«Stiamo studiando tanto in gruppo per aiutarci» racconta Maria Terravecchia, al liceo scientifico Marie Curie di Meda. Spera in un'orale a fine giugno perchè a luglio ha programmato il test di medicina. «Come cambiare la Maturità? Prima la vorrei sperimentare, certo dovrebbe valere di più il percorso dei 5 anni che non l'esame finale».
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