Un Mazzini «innovativo» e il Mussolini di Pennacchi finalisti all'«Acqui Storia»

Ecco le cinquine del più importante premio storico italiano: per la saggistica spunta il Risorgimento di Belardelli. Nella sezione divulgativa chance per la storia «inedita» degli Agnelli raccontata da Moncalvo. Tra i romanzi invece favorito l'ultimo premio Strega

Il meglio della saggistica storico-scientifica e divulgativa, ma anche l'eccellenza del romanzo storico, è stato selezionato per la finale dell'«Acqui Storia» 2010, il più importante premio storico non solo italiano ma europeo, giunto ormai alla 43ma edizione. Come ha sottolineato Carlo Sburlati, Assessore alla Cultura della città e grande animatore del Premio, le opere in concorso (da far pervenire ogni anno entro il 30 maggio alla Segreteria del Premio in numero di 20 esemplari) sono state quest'anno 128 e moltissime erano particolarmente valide, criticamente e storiograficamente inoppugnabili, ma anche innovative e stimolatrici di un franco dibattito e, specie per il romanzo storico, godibilissime da leggere.
Nella sezione storico-scientifica si va dall'Ottocento agli «anni di piombo». Sono stati infatti selezionati: l'innovativa biografia di uno degli artefici del Risorgimento («Mazzini» di Giovanni Belardelli, Il Mulino), un saggio sulle leggi razziali del 1938 ma dal punto di vista della Santa Sede («Le leggi razziali in Italia e il Vaticano» di Giovanni Sale, Jaca Book), lo studio del controverso rapporto fra gli Alleati e il fenomeno partigiano («Gli Alleati e la resistenza italiana» di Tommaso Piffer, Il Mulino), la funzione determinante del partito comunista nella tragedia delle foibe («Trieste '45» di Raoul Pupo, Laterza), le concezioni politico-religiose delle Brigate Rosse come «purificatrici del mondo» («Anatomia delle Brigate Rosse» di Alessandro Orsini, Rubbettino).
Nella sezione storico-divulgativa si va dall'Ottocento ad oggi, con particolare predilezione per la storia dei nostri giorni. La giuria ha infatti selezionato una completa biografia di Liborio Romano, simbolo del trasformismo italico («L'inventore del trasformismo» di Nico Perrone, Rubbettino), la biografia nel polacco che volle scoprire il segreto dei lager ma non fu creduto («Il volontario» di Mario Patricelli, Laterza), l'esame di tre giorni-simbolo della nostra storia recente («Tre giorni nella storia d'Italia» di Ernesto Galli della Loggia, Il Mulino), la storia della più potente famiglia economica italiana ed i suoi rapporti col potere politico («I lupi e gli Agnelli» di Gigi Moncalvo Vallecchi) e infine la storia di una forza politica ormai fuori dal "ghetto" («Storia della Destra» di Adalberto Baldoni, Vallecchi).
Da segnalare infine la sezione del romanzo storico. «Canale Mussolini» di Antonio Pennacchi (Mondadori) si rivela il romanzo più significativo di questa stagione letteraria: dopo essere giunto in finale allo Strega e al Campiello, sembra favorito dai consensi anche all'Acqui. A fargli compagnia un secondo romanzo sul tema controverso dell'ideologia mussoliniana vista con occhi stranieri: «Il fascista» dello spagnolo Martinez de Pisòn (Guanda). Ma ci sono anche la Firenze del Trecento, quella di Dante, che è lo sfondo del romanzo del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Riccardo Nencini: «L'imperfetto assoluto» (Pagliai); e due opere eterodosse: un giallo storico ambientato nell'Africa Orientale Italiana degli anni 30, «Una donna di troppo» di Giorgio Ballario (Ed.

Angolo Manzoni), e un esempio di quella che si definisce storia alternativa, ma non per questo meno precisa dal punto di vista militare, religioso e della ricostruzione ambientale e di costume: «Imperium Solis» di Mario Farneti (Edizioni Nord).
A fine settembre verranno resi noti i vincitori delle tre sezioni del Premio: la cerimonia di premiazione avverrà sabato 23 ottobre ad Acqui Terme.

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