Roma - «Talebani». «Servi». «Dipietristi». «Tornatevene all’ovile». Questo il tenore del botta e risposta tra le due anime del Fli, forse mai come oggi le une contro le altre armate. Volano gli stracci sul web, prima che accada in un faccia a faccia che difficilmente potrà avere come epilogo la pace.
Parte la colomba Urso che, visti i primi risultati di Futuro e libertà, si sfoga su Facebook: «A forza di fare i dipietristi abbiamo dato forza ai dipietristi e ai grillini». E ancora. «I talebani hanno distrutto un grande progetto». I dati parlano chiaro. Fini pesa poco più del Partito Pensionati e Urso ci ragiona sopra: «A Napoli, tre mesi fa, prima di Milano, Fli era attestata al 12 per cento, con Rivellini. Ora abbiamo preso poco più del 3 per cento. Che dire?». Ma il risultato più clamoroso arriva però da Latina e dal progetto del «fasciocomunismo» dello scrittore Antonio Pennacchi. Urso è sconsolato: «A Latina Fli allo 0,87. Nemmeno i parenti...». Una vera e propria accoltellata alla deriva sinistrorsa sponsorizzata da Bocchino & C. Quindi la ricetta ursiana, spiattellata sulla sua home page: «Una forza che non sceglie non esiste. Ai ballottaggi con il centrodestra ». Stessa tesi sostenuta dall’altro ex ministro, il moderato Andrea Ronchi: «Fli e il Terzo polo devono ovviamente stare con il centrodestra. Con la Moratti a Milano e con Lettieri a Napoli».
A spoglio non ancora ultimato era stato Bocchino a bacchettare i due con acidità: «I singoli non è che possono fare dichiarazioni di voto: non vorrei che qualcuno parli più per la rassegna stampa di palazzo Grazioli che per gli elettori...». Una battuta al cianuro cui Urso ha risposto, sempre su Facebook: «Io non mi sono fatto piegare dai diktat di Berlusconi, non mi piego certamente a quello di b (piccola)...». Insomma, botte da orbi. Ma il versante falchista non è da meno quanto a bastonate. Uno dei più scatenati è Granata che non ha mai fatto mistero di ritenere già persi i colleghi moderati: «Se qualcuno vuole strumentalizzare l’esperimento/provocazione di Latina per tornare dal padrone dal quale non si è mai staccato lo faccia immediatamente. Si vada a fare l’ultimo giroal governo e lasci in pace Futuro e Libertà». E ancora: «Subito fuori i servi sciocchi e retribuiti di Arcore. Vadano a sostenere Cosentino e Berlusconi: noi saremo dall’altra parte». Scatenato anche Filippo Rossi, il marcantonio rossiccio, pasdaran dell’antiberlusconismo: «Urso e Ronchi sono due palle al piede - sentenzia su Facebook- scarichiamo le ultime scorie». E sul suo Futurista cerca di spingere Fini nelle braccia di De Magistris e Pisapia, candidati della sinistra radicale al ballottaggio a Napoli e Milano: «Noi non seguiremo i figlioli prodighi Ronchi e Urso. E di sicuro non saremo i soli. Perché di una cosa siamo certi: le posizionidella cosiddette colombe non rappresentano la stragrande maggioranza di chi ha seguito Gianfranco Fini nella traversata del deserto verso la nuova Italia. Gente libera che non ha nostalgia della bambagia arcoriana». I moderati, insomma, sono già bollati come venduti agli altri: «Gli italiani - scrive sempre Rossi - stanno decretando la fine di un sistema di potere durato più di quindici anni e Ronchi che fa? È pronto a dare una mano al povero Cavaliere, a Daniela Santanchè, a Ignazio La Russa, a Francesco Storace e a Maurizio Gasparri. Per ricostruire il centrodestra, dice lui. Per lenire la nostalgia da poltrona, forse». Di fatto il nodo dei ballottaggi si stringerà ancora di più al collo di Fini, oggi più che mai ruota di scorta dell’Udc. Sul «che fare?» in termini di alleanze al secondo turno deciderà oggi assieme a Casini e Rutelli, nel tentativo di tenere insieme i cocci del Terzo polo. Ma la strada sembra segnata verso la decisione di non decidere. Casini ieri ha fatto un giro di telefonate tra i suoi, in periferia, per sondarne gli umori. Una buona fetta del suo partito pressa per sostenere il centrodestra sia a Milano sia a Napoli.
Fini invece ha i falchi che premono per far convergere i propri seppur miseri consensi sul centrosinistra affinché un’eventuale sconfitta della Moratti possa costituire la spallata all’odiato Cavaliere. Oggi il verdetto scontato: il Terzo polo, tra due settimane, se ne andrà al mare. Non darà indicazioni di voto nella speranza che Berlusconi imploda da sé.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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