Italia al primo posto per il rischio grandine: cosa dice lo studio

Tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, l'Italia si trova al primo posto per la caduta di grandine di grosse dimensioni: ecco i risultati dello studio e il numero di eventi registrati soltanto nei mesi scorsi

Italia al primo posto per il rischio grandine: cosa dice lo studio
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I fenomeni estremi a cui ci siamo tristemente abituati negli ultimi tempi non riguardano soltanto nubifragi e alluvioni, temperature massime al di sopra della media o periodi altamente instabili fuori stagione. C'è un fenomeno, in particolare, di fronte al quale l'Italia è particolarmente vulnerabile ed è la grandine: il nostro Paese è al primo posto nel Mediterraneo per quanto riguarda gli eventi più intensi e distruttivi.

Cosa dice lo studio

Grazie a specifiche osservazioni satellitari, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Isac) hanno visto che tra gli eventi grandinigeni compresi tra il 1999 e il 2021, solo i più distruttivi (diametro dei chicchi dai due cm in sù), l'Italia è la nazione che ha subìto i peggiori eventi assieme ad alcune aree dell'Europa centrale. "Le grandinate sono fenomeni meteorologici particolarmente intensi e di breve durata, che interessano aree piuttosto limitate. Possono colpire, infatti, superfici da poche decine di metri fino ad alcuni chilometri per un tempo mediamente non superiore a 15-30 minuti", ha spiegato l'Isac.

Le aree più a rischio

Nel dettaglio, è stato osservato che i fenomeni più distruttivi riguartano gli estremi della nostra Penisola, il Nord e il Sud. Ma qual è il motivo? "Un ruolo fondamentale sulle regioni del Nord ce l'ha la posizione della pianura Padana rispetto alle zone Alpine con convezione doppiamente forzata, sia dal riscaldamento della pianura che dai rilievi. Al Sud entra invece in gioco soprattutto l'interazione con l'aria caldo- umida superficiale del bacino del Mediterraneo", hanno spiegato gli esperti di 3BMeteo.

Per convezione si intende il trasporto dell'aria calda dai bassi strati verso l'alto dove incontra l'aria fredda e instabile che, come stiamo vedendo in questo periodo, dà origine ai cumulonembi e temporali anche di forte intensità. A volte, come al Nord, la massa d'aria è costretta a salire forzatamente a causa della barriera alpina ed ecco spiegato il motivo delle intense grandinate che si registrano sulle regioni settentrionali.

L'allarme di Coldiretti

Soltanto in primavera il nostro Paese è stato colpito da ben 110 violente grandinate con gravi danni nelle città e nelle campagne: lo ha affermato la Coldiretti con una nota diramata nelle ultime ore sottolineando il violento balzo delle temperature "con locali violenti temporali accompagnati da tempeste di ghiaccio che hanno provocato danni per la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro solo nelle aziende assicurate lo scorso anno secondo l'Asnacodi". Quando la grandine cade in questo periodo dell'anno può provocare la perdita irreversibile delle coltivazioni colpendo i frutti o impendendo la crescita di alcune tipologie di piante. "Un evento climatico avverso che - precisa la Coldiretti - si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis".

Tutto questo capita a causa delle "evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che - conclude la Coldiretti - si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido

passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".

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