La rotazione poi il nubifragio: così nascono le "supercelle temporalesche"

Una supercella temporalesca è quanto di più dannoso possa esserci nella categoria dei temporali: ecco perché è così pericolosa e come fare per scovarla

La rotazione poi il nubifragio: così nascono le "supercelle temporalesche"
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I temporali distruttivi che hanno messo in ginocchio il Nord Italia e causato danni per 100 milioni di euro hanno preso origine da un mix di fattori micidiali tra cui il calore accumulatosi nei bassi strati in Valpadana dopo settimane di anticiclone africano e l'arica fresca in quota giunta dall'Atlantico. Come abbiamo visto sul Giornale.it, quello che è accaduto sulle regioni settentrionali è dovuto alla formazione di un particolare sistema temporalesco chiamato supercella, molto più tipico di aree come quelle americane.

Qual è la forza della supercella

Sebbene la conoscenza di questo fenomeno si deve a due pionieri del meteo, Horace R. Byers e Roscoe R. Brahams, che con gli aerei bellici degli anni Quaranta entravano fin nel cuore di questi super cumulonembi per studiarne le caratteristiche, ad oggi rimangono sconosciuti molti meccanismi come ha ammesso al Corriere il prof. Vincenzo Levizzani, dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera del Cnr di Bologna. Anche un esperto che avesse visto arrivare il fronte temporalesco non avrebbe potuto dire che eravamo di fronte a una supercella. Questo perché ciò che la caratterizza è un cuore rotante sul proprio asse che si forma intorno a una bassa pressione molto piccola rispetto a quelle dei cicloni atlantici".

Come scovare una supercella

Ecco, però, svelato uno dei segreti che gli dà quelle caratteristiche uniche rispetto ai normali temporali: la rotazione interna della cella che la fa diventare supercella e ruota in maniera ciclonica, quindi in senso antiorario a causa della latitudine del nostro emisfero (avviene l'opposto in quello australe). "Per capire che il temporale si sta configurando in questa pericolosa modalità — che possiamo chiamare la regina dei temporali perché si accompagna a venti fortissimi e grandinate che negli altri casi spesso non ci sono — servono dati in tempo reale da un radar", ha sottolineato l'esperto. In questo caso i normali radar non servono, è necessario un doppler in grado di comprendere il campo di vento e "farmi vedere che al centro si sta formando questo meso-ciclone". Se manca questa caratteristica ci troviamo di fronte a un classico temporale come tanti altri.

Il quadro viene complicato dalle possibile formazioni di tornado che, anche in questo caso, non sono prevedibili con largo anticipo: ci può essere una stima, si dirama l'allarme ma non si può sapere con esattezza se non all'ultimo momento quando esso si formerà. "Dobbiamo partire dall’accettazione di questa nostra debolezza e dalla necessità di studiare ancora più a fondo questi fenomeni meteorologici per fare un passo avanti". Oltre alla rotazione, poi, un'altra caratteristica pericolosa è data dal suo asse obliquo: l'aria fredda in quota scende anche fino a 2 km rispetto a quella calda che viene sbalzata verso l'alto e il temporale diventa "cattivo". "È lungo, vorticoso e dannoso. Unica nota di ottimismo: è molto improbabile, anche se non impossibile, che si ripresenti nello stesso luogo a breve".

La differenza con la multicella

Oltre alla supercella, ecco che in meteorologia esiste la multicella, ossia la formazione di un'altra cella temporalesca (multicella) sulla stessa

zona a causa di aria fredda che si inserisce sotto quella più calda e temperata. "In sostanza sono dei temporali a cella che si autorigenerano e che dunque possono insistere violentemente", spiega Levizzani.

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