Milanesiana, tra paradossi e tagli torna il grande slam della cultura

Già dimenticato lo sciopero di ieri, il «Trittico Novecento» può partire oggi (ore 14.30) alla Scala, con una rappresentazione per giovani e anziani, e replicare dall’1 al 12 giugno, con il consueto appuntamento serale delle ore 20. Il Corpo di ballo del Piermarini - sfoderando per alcune performance in cartellone gli «assi» Massimo Murru e Alina Cojocaru, principal del Royal Ballet - torna dunque in scena con un omaggio a tre grandi della musica russa e mondiale - Ciaikovskij, Prokofiev e Shostakovic - e lo fa con i due capolavori del coreografo George Balanchine, Balletto Imperiale e Il figliol prodigo, e con Immemoria, invenzione di Francesco Ventriglia per la prima volta inserita nella programmazione scaligera, incentrata sulla impressiva ed emozionante Sinfonia n.7 di Shostakovic, meglio conosciuta come Leningrado. E partiamo proprio da quest’ultima novità assoluta, che ha visto Ventriglia, danzatore del Teatro alla Scala con all’attivo diverse produzioni coreografiche, impegnarsi in un compito quantomai significativo e di grande spessore evocativo: la Leningrado di Shostakovic, scritta nel 1941 sotto le bombe dell’assedio nazista alla città ex sovietica, è infatti un inno alla giustizia e alla libertà, alla liberazione e alla lotta all’oppressione in ogni tempo della Storia. L’opera coinvolgerà sul palco una quarantina di danzatori della Scala e alcuni allievi della scuola scaligera. Accanto a questo debutto, torna la genialità dell’opera di Balanchine, con due titoli da tempo assenti dal palcoscenico scaligero: Balletto Imperiale, nuova produzione della Scala, «modellato» sulle note del Concerto per pianoforte e orchestra n.

2 di Ciaikovskij (alla tastiera Vladimir Shakin), e Il figliol prodigo, in un nuovo allestimento della produzione Het Nationale Ballet e Royal Opera House di Londra, su musiche di Sergej Prokovief (info: www.teatroallascala.org).

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