Una singola in città oscilla tra i 600, se si è fortunati, e i mille euro: una stanza in un appartamento con altri inquilini o bagno in condivisione, indipendentemente dalla zona, perchè si possono tranquillamente spendere 920 euro per via dei Missaglia, periferia a sud della città così come a Lambrate (905 euro al mese) (quotazioni aggiornate questa settimana sui siti Uniplaces e Dovevivo). A questo bisogna aggiungere la retta universitaria, il cibo, 22 euro di abbonamento mensile ai mezzi (studenti under 27 e under 30). Volendo praticare anche un po' di sport si spendono circa 280 euro con la tariffa agevolata di Milano Sport per un abbonamento annuale in una piscina coperta e 261 per un abbonamento fitness, sempre in una struttura convenzionata con il Comune. Se poi si ha anche la «pretesa» di fare un po' di vita sociale mangiare una pizza con una birra costa 20 euro, andare al cinema, come noto almeno 9 euro la sera. Poi ci sarebbero teatri, mostre e gli altri intrattenimenti, che non rientrano certamente nei beni di prima necessità, ma che da che mondo e mondo dovrebbero far parte della vita degli studenti.
In sostanza Milano che si vanta di essere sempre più attrattiva anche per gli studenti, sta diventando inaccessibile per gli universitari. Così il rischio per i «fuori sede» è trovarsi costretti a spostarsi nell'hinterland. Ne è consapevole lo stesso sindaco Beppe Sala, che a ottobre in un consiglio straordinario con i rettori degli atenei milanesi aveva parlato delle residenze universitarie come «un punto dolente» della città. Così gli interventi che si sono succeduti nel tempo, dai 213 posti in piazzale Ferrara per uno studentato del Politecnico ai 700 letti in zona Ripamonti, pensati per Iulm e Bocconi, dal Villaggio Olimpico di Porta Romana, che dopo il 2026 ospiterà 1.700 matricole, al campus alla Goccia in Bovisa con 1.100 posti, fino al campus all'area Mind presso le nuove facoltà scientifiche della Statale, con 400 posti non sono più sufficienti.
A Milano si contano 210mila studenti tra università e conservatori, provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo.
«Il fatto che la città sia cara è legato al processo di internazionalizzazione - spiega Ferruccio Resta, rettore del Politecnico - e nei prossimi anni soffrirà delle criticità tipiche di una città internazionale come il caro affitti, gli strappi sociali, la sicurezza e la pulizia. Due sono gli interventi: quello che può fare il pubblico, quindi le università, è continuare a realizzare residenze a prezzi calmierati, grazie a fondi nazionali, in tempi rapidi. Così anche i privati devono entrare in campo, in sinergia con il pubblico, prevedendo alloggi anche per i giovani al primo impiego, altra categoria da proteggere. Secondo: sfruttare anche l'estensione della città metropolitana e oltre. Gli studenti stranieri - continua Resta - hanno scelto la nostra residenza a Como perchè la vita costa meno e lo spostamento non è un problema: fare 40 minuti in metro da una parte all'altra della metropoli o in treno da Como a Milano non cambia.
Il tema diventa quello dello sviluppo della rete infrastrutturale su scala metropolitana e regionale». In conclusione: dobbiamo pianificare gli interventi per far fare uno scatto a Milano, agevolando il processo di internazionalizzazione, rendendo accessibile la vita agli studenti.
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