"Adesso Berlusconi troverà il nome giusto. E Albertini in squadra"

Il presidente nazionale dei Giovani di Fi: "Un piano per gli studenti e meno ideologia"

"Adesso Berlusconi troverà il nome giusto. E Albertini in squadra"

Marco Bestetti, presidente di Forza Italia Giovani e del Municipio 7. Oggi alle 17 alle Stelline Fi lancia la campagna elettorale con «Milano, ci siamo». Il candidato sindaco invece ancora non c'è: è uscito di scena anche Oscar Di Montigny. Cosa ne pensa?

«È una scelta personale che rispetto, ma che ci impone di trovare in tempi rapidi nomi alternativi. So che Silvio Berlusconi ha deciso di prendere in mano in prima persona la partita di Milano e il fatto che ci stia lavorando lui è la migliore garanzia che si chiuderà a breve e nel migliore dei modi».

L'ex sindaco Albertini ha ribadito che farebbe ticket con un nuovo candidato, «se è richiesto e gradito». È favorevole?

«Spero che in qualunque forma Albertini sia parte della grande squadra che riconquisterà Palazzo Marino».

La Lega non vuole cedere sulla regola del nome civico, ma parte di Fi preferirebbe un politico come Maurizio Lupi. Lei è tra questi?

«Da presidente del Municipio 7 non potrei che sostenere la candidatura autorevole di un cittadino del Municipio 7. C'è un tavolo politico ad Arcore, mi rimetto a Berlusconi».

I sondaggi sono favorevoli anche senza il nome. Il ritardo nella scelta può svantaggiare anche Beppe Sala?

«Centrodestra e centrosinistra sono pari anche se non abbiamo ancora il bomber, il limite di Sala invece è non avere un avversario contro il quale scagliarsi, ha bisogno del nemico contro il quale compattare i suoi e ritagliarsi un ruolo di leadership nel centrosinistra. Il nostro compito sarà non farci trascinare nella polemica personale, ma tenere la barra sulle idee, sulla visione che vogliamo imprimere alla città. Ne dico una: c'è diffidenza ideologica sulla rigenerazione di aree urbane degradate con edifici che si sviluppano in altezza ma se guardiamo a Citylife, Porta Nuova o al grattacielo della Regione, tutti progetti targati centrodestra, possiamo dimostrare che il modello è vincente».

Sala invece ha già detto «povera Milano se la campagna sarà sulle ciclabili».

«Ne parliamo perché ha realizzato delle ciclabili contro ogni buonsenso, il problema non è piste sì o piste no, ma piste come. E per noi è altrettanto legittimo il diritto di spostarsi con mezzi alternativi alle bici, dobbiamo conciliare con più buonsenso e meno ideologia la mobilità in auto, bici e a piedi. Poi possiamo parlare ad esempio della riorganizzazione della polizia locale o dei vigili di quartiere spariti sotto la giunta Sala».

Oggi alle Stelline lancerete la squadra di Fi?

«Fi scalpita da mesi, abbiamo i giri del motore a ritmi elevati ma il freno a mano tirato perché siamo in attesa di partire con la campagna vera e propria con il candidato sindaco. Sarà il momento per far sentire il rombo, grazie al lavoro della commissaria cittadina Cristina Rossello abbiamo la lista per il Comune e quelle per i Municipi quasi completate, stiamo facendo rifiniture con molte new entry, saranno liste competitive ma anche competenti».

Qualche pillola del programma?

«In 10 anni Pisapia e Sala hanno smontato pezzo per pezzo il mito della città che dimostrava grande efficienza nei servizi erogati ai cittadini, il Comune dopo la Moratti ha fatto enormi passi indietro sull'ordinaria amministrazione, penso alla pulizia e manutenzione strade, banalmente al taglio del verde in alcune aree è diventato un evento eccezionale e abbiamo un servizio primario come l'anagrafe con 5 sedi completamente chiuse per mancanza di personale. Vogliamo recuperare l'efficienza meneghina. Il Pd si è concentrato su progetti da copertina patinata. E il prossimo sindaco di centrodestra dovrebbe porre il tema di poteri e risorse speciali per Milano».

E di cosa hanno bisogno i giovani?

«Politiche di

welfare e urbanistiche per rimanere a Milano nonostante un costo della vita e degli affitti sopra la media e il Comune dovrebbe creare una relazione più solida tra mondo universitario e datoriale, per favorire il lavoro».

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