"Per Albertini Moratti meglio? Lo pensi pure"

La replica del governatore della Lombardia Attilio Fontana all'ex sindaco di Milano

"Per Albertini Moratti meglio? Lo pensi pure"

Attilio Fontana è deciso e concentrato. «Noi possiamo essere orgogliosi di 30 anni di ottimo governo e gli ultimi 5 in cui siamo riusciti a superare un'emergenza inaspettata. Il nostro programma è stato rispettato rigorosamente», rivendica dopo aver premiato il Milan come squadra dell'anno al Pirellone. Le diatribe su primarie e alleanze, le lascia volentieri alla sinistra evitando di commentare le ruggini tra M5s e Calenda. Così come non se la prende per le parole dell'ex sindaco Gabriele Albertini, convinto che Letizia Moratti possa essere una candidata migliore di lui.

Fontana, che lo aveva sponsorizzato alle ultime comunali, risponde senza il dente avvelenato: «Ognuno è libero di pensare quello che vuole. Io ho sempre detto che Albertini è stato un ottimo sindaco. Evidentemente lui ritiene che Moratti sia migliore di me: va bene così, nessun problema. Non ci sono rimasto male». Calmo ma determinato, Fontana torna alla carica anche sull'autonomia. Assegnare un ministero ad hoc a un esponente della Lega «credo sia fondamentale» visto che «è una battaglia nostra e nella quale continuiamo a credere». Durante il Conte I, con la ministra del Carroccio Erika Stefani «eravamo riusciti a fare tanti passi in avanti che si sono rallentati», poi sul fatto che sia proprio lei a tornare al dicastero «non metto bocca», ma l'importante «è che il centrodestra possa individuare una persona capace».

Dall'altra parte della barricata Azione e M5s continuano a darsele di santa ragione: «Se c'è una parte del Pd che ci guarda con interesse siamo pronti a dialogare afferma il segretario regionale di Azione Niccolò Carretta - Però con i paletti che abbiamo sempre messo, uno su tutti che non possiamo arrivare a parlare con il M5s». Le primarie tanto decantate dall'assessore Pd, Pierfrancesco Maran, al momento «per noi non sono un'opzione percorribile» perché «riteniamo che il tempo sia poco. Dobbiamo lavorare per cercare un profilo largo e autorevole».

E anche se a parole Carretta sembra chiudere la porta a Moratti che «gioca in un campo diverso dal nostro» i pentastellati continuano a non fidarsi: «Su quali basi potremmo sederci a parlare se tra gli interlocutori fosse presente chi a oggi non ha ancora smesso di corteggiarla?», si chiede il capogruppo M5s Nicola Di Marco che aggiunge lapidario: «A forza di parlare di alleanze Pd e Azione finiranno per regalare anche Regione Lombardia al centrodestra».

Più cauto il consigliere dem Pietro Bussolati: «Con il M5s su argomenti come i trasporti abbiamo avuto grandi sinergie. Poi se si vogliono mettere veti e distinguo per questioni nazionali, è diverso dalla sintonia dimostrata sui temi».

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