I fatti di Capodanno in piazza Duomo, con 11 ragazze vittime di violenza sessuale di gruppo. E quelli, più recenti, dei fine settimana segnati da aggressioni degenerate in rapine e risse di bande giovanili, con ragazzi ubriachi e armati di coltello in pieno centro. «Argomenti» forti che si scontrano, almeno formalmente, con un calo accertato dei reati denunciati a Milano città nel 2021. Un meno 28 per cento rispetto a dieci anni fa (e un meno 15 % a confronto con il 2019), percentuale per la quale la città sotto la Madonnina, considerata «città guida» sotto molti aspetti in Italia e nel mondo - si eleva non solo nel confronto con tutto il Paese, ma anche con 40 metropoli del globo. Lo ha fatto notare ieri mattina il prefetto Renato Saccone riunitosi a Palazzo Diotti con i vertici delle forze dell'ordine, il questore Giuseppe Petronzi, il comandante provinciale dei carabinieri, generale Iacopo Mannucci Benincasa e il comandante della guardia di finanza, generale Francesco Mazzotta.
Se il prefetto sostiene di non credere in una differenza tra la sicurezza reale e quella percepita, i numeri - con un totale dei delitti denunciati nel capoluogo lombardo che passa da 164.569 a 116.970 - al momento non costituiscono però un dato di conforto in questo senso e, in particolare, dinnanzi alla degenerazione della movida giovanile del weekend. Saccone lo sa e non lo nega, come del resto nemmeno aveva fatto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nella sua visita del 5 febbraio a Milano.
E proprio ricalcando le orme del ministro, il prefetto parla di «una criticità che non è solo milanese e non solo delle grandi città: frange giovanili fuori controllo, loro, non la città, e che tendono a ad affermare il loro protagonismo con prepotenza, con crescente violenza».
«Noi dobbiamo bloccare questa escalation di violenza che al momento, dal punto di vista delle lesioni, è ancora basso ma che comincia a essere diffusivo e soprattutto crea allarme sociale e insicurezza» sottolinea ancora Saccone. E assicura un maggiore controllo del territorio, con 40 pattuglie miste delle forze dell'ordine in servizio tutta la notte in città «per assicurare interventi più ampi e veloci».
Sull'argomento «che fine hanno fatto gli uomini promessi dalla Lamorgese per Milano?» è invece il generale Mannucci Benincasa a fornire i dati sulle 70 unità operative appartenenti alle compagnie di intervento operativo della linea mobile dell'Arma dei carabinieri, utilizzate per svolgere «unicamente attività sul territorio e attività di pattugliamento e controllo delle aree urbane».
«In città non scendono mai al di sotto delle 25 unità - conclude il comandante provinciale dei carabinieri -, hanno grande visibilità e impatto nel fronteggiare importanti fenomeni. Nel fine settimana superano le trenta unità (32) e presidiano le aree di maggiore disagio».
Adesso tocca al Comune e
al sindaco Beppe Sala prendere coscienza dello situazione delicata della sicurezza a Milano. Possibilmente senza alzare i toni della polemica con la stampa com'era capitato durante la conferenza con il ministro Lamorgese.
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