Teatro alla Scala, dopo un anno lanciato a duecento all'ora, con appena alle spalle il successo operistico dell'«Attila» di Verdi, ecco il Concerto di Natale - sabato sera e domenica pomeriggio - a suon di Vivaldi e Mozart. Il tradizionale evento quest'anno raddoppia, perché - come ha spiegato il sovrintendente Alexander Pereira - il successo è andato aumentando e ancora sembrava giusto valorizzare un lavoro di peso con più rappresentazioni anziché il canonico mono appuntamento. Bacchette-star.
Sul podio una «vecchia» conoscenza, al secolo Diego Fasolis che in un affollato incontro fa anche notare come la sua figura sia un po' «inflazionata» dalle parti del Piermarini (naturalmente, per carità, non è così): chi usa frequentare il grande teatro dei teatri e sa bene degli spostamenti dei suoi personaggi, lo ha visto a «La finta giardiniera» mozartiana e al concerto privato per le vittime di Linate. E si parla di programmi, con Fasoli, che sottolinea come la «Messa in Do K.317» fu imposta ad Amadeus; risultato, comunque un capolavoro che dimostra come un genio resta tale anche se «comandato». «Ha (solo) dimenticato di mettere le viole in questa composizione - spiega il Maestro - ma eseguiremo una parte ricostruita» perché non si può non averla in un'orchestrazione classica. Il risultato sarà abbastanza imponente. E dopo «Krönungsmesse» ecco «Ave Verum Corpus K 317», un pezzo che nonostante la sua breve durata «ci fa capire che c'è qualcosa oltre a questa materia». Di più.
Prima parte tutta vivaldiana. «La mia proposta era il Magnificat di Carl Philipp Emanuel Bach, decisamente diverso rispetto al padre, che avrebbe creato un collegamento con la «Messa» di Mozart ma risultava impossibile realizzarlo; perciò è comparso il Magnificat ossecensis 610», titolo rimaneggiato più volte dal prete rosso che ha una sua intimità, un suo peso, può essere eseguito con dei corpi strumentali grandi. Poi una cantata: «O qui coeli terraeque serenitas» per soprano, coro e orchestra, con una grande solista «come Rosa Feola». Un mottetto che «visto il testo ci dovrebbe invitare a una serenità natalizia». Nella serie di Vivaldi pure il «Concerto in sol min» che stando alla scaletta apre il concerto.
Non solo direzione strumentale, in scena il lavoro corale del Maestro Bruno Casoni, a lui la parola: «Il Coro deve essere un camaleonte, deve affrontare tutti i generi. Da qualche anno abbiamo diversi impegni sinfonici».
In primo piano pure le voci di Elisabeth Kulman, Mauro Peter, Gianluca Buratto e dell'allieva dell'Accademia Anna-Doris Capitelli. Il Concerto di Natale della Scala è pure il Concerto della Rai, risultato di una collaborazione che va avanti da tanti anni: il 24 mattina su Rai1 e il 25 su Rai5.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.