Il baseball a Milano sta diventando una gara di inseguimento. Perché da tempo si rincorrono i fasti del passato, le epoche d'oro dell'Europhon e della Mediolanum con scudetti e coppe europee, perché più realisticamente si rincorre almeno un posto in serie A, ma soprattutto perché si rincorre da vent'anni la ristrutturazione del vecchio Kennedy, un impianto che sta cercando di rinascere dopo un lungo periodo di incuria. Già, perché dopo l'accordo firmato da Comune e Federazione baseball per la gestione del centro sportivo, la Fibs ha già realizzato la prima fase di lavori concordata, mentre il Comune è ancora in grave ritardo per quanto riguarda gli interventi a suo carico, che non consentono ancora di utilizzare gli spogliatoi principali, mentre in quelli secondari bisogna sperare dopo ogni partita di non restare senza acqua calda. E pensare che i soldi per i lavori sono stati stanziati da anni e hanno fatto in tempo a succedersi tre assessori allo Sport, mentre al Kennedy non è successo ancora nulla.
La federazione, d'altra parte, ha puntato sulla riqualificazione del «diamante» milanese per farlo diventare un centro tecnico di riferimento per la Lombardia e metterlo in condizione di riportare finalmente la Nazionale a Milano, dove ha giocato l'ultima volta 24 anni fa, in occasione dei Mondiali del '98, e già allora per un'unica partita in deroga alle omologazioni necessarie per gli incontri internazionali. Già in questa stagione il presidente della Fibs Marcon avrebbe voluto giocare al Kennedy la partita celebrativa dei 70 anni della Nazionale, ma con la struttura ancora in queste condizioni non se ne può fare nulla. Comunque, a prescindere dagli interventi di competenza comunale, il colpo d'occhio del piccolo stadio ai piedi dell'ospedale San Carlo è già cambiato. «Il terreno di gioco è curato, l'aspetto visivo è migliorato notevolmente conferma l'allenatore del Milano Marco Fraschetti, uno che su questo terreno ha passato quasi tutta la sua carriera da giocatore -. Certo, le tribune sono da ristrutturare (nessuno le ha mai toccate dal 1964, ndr) e ci manca soprattutto l'impianto di illuminazione che non ci consente di allenarci in orario serale. E noi siamo tutti dilettanti».
Dilettanti sì, ma non allo sbaraglio, visto che il Milano è pronto a riconquistare velocemente un posto in serie A nel campionato cadetto che scatta sabato con il derby lombardo contro il Codogno.
Dopo la fugace apparizione in prima serie dello scorso anno con una squadra molto giovane che ha pagato lo scotto del salto di categoria, i rossoblù vogliono mettere a frutto l'esperienza acquisita e tentare di nuovo la scalata anche grazie all'apporto di due nuovi lanciatori stranieri, il venezuelano con passaporto spagnolo Ernesto Garavito e il ceco David Mergans. Perché se il Kennedy sta finalmente tornando uno stadio di serie A, adesso serve una squadra che possa essere a livello della categoria.
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