Il bullismo al femminile non fa meno male. Anzi. La dice lunga, in questo senso, un recentissimo fatto di cronaca che ha lasciato sgomenti. Si tratta dell'ormai arcinota storia di Carolina. Una 14enne - molto bella e ricordata da tutti per la grande vitalità - che dieci giorni fa, nel Novarese, ha deciso di togliersi la vita gettandosi dal balcone dell'abitazione del padre. Non ne poteva più Carolina dell'atteggiamento di alcuni coetanei - compagni di scuola tra cui tante ragazze - che l'avevano ripetutamente e pesantemente insultata, in faccia ma anche in maniera subdola su Facebook. Fino a provocare in lei uno stato di profonda vergogna e prostrazione che l'ha prima indotta a cambiare scuola e poi a farla finita.
Sabato mattina, a Milano, un'altra minorenne ha raccontato alla polizia di essere vittima di vessazioni psicologiche, ma anche fisiche, molto simili a quelle di Carolina. Anna, 15 anni, frequenta l'istituto professionale superiore «Rosa Luxemburg» di via degli Ulivi, al quartiere degli Olmi, in zona Baggio. Intorno alle 11.15 la ragazzina, raggiunta dal padre Antonio, un 39enne, ha chiamato il 113 proprio davanti alla scuola. L'equipaggio della volante giunto sul posto si è trovato così davanti l'adolescente in lacrime, abbracciata al genitore, spaventata e profondamente ansiosa di raccontare qualcosa che si teneva dentro da troppo tempo. Una storia puntualmente confermata dal papà. Che, arrivato pure lui all'esasperazione, ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine per trovare una soluzione.
Un gruppo di coetanee di Anna, ma che non frequentano la sua stessa scuola, l'ha presa di mira. La quindicenne è molto graziosa. Probabilmente «piace» ai ragazzi molto più delle componenti del gruppetto. E la sua avvenenza, come ha confermato alla polizia il genitore della ragazzina, avrebbe attirato l'attenzione di qualche giovane che l'ha preferita a un'altra.
Apriti cielo! Da quel momento, contro Anna, si è scatenata una vera e propria guerra, psicologica e fisica tutta al femminile. La banda, capeggiata da una ragazza che Anna conosce, l'aspetta regolarmente fuori da scuola per insultarla pesantemente. «Un giorno mi hanno persino rifilato uno schiaffo così forte da rompermi un labbro» ha spiegato la quindicenne.
Ora lei e il padre sono stati informati che possono decidere se sporgere una denuncia formale contro la banda di giovani bulle. Che, dal racconto di Anna, al momento non sembrano minimamente intenzionate a lasciarla in pace. Perché «colpevole» di essere troppo bella.
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