Belle Epoque per il Castello in vista di Expo. Il maniero turrito sta diventando il punto centrale per quanto concerne le manifestazioni, e fu proprio grazie ad esso che nell’Esposizione internazionale del 1906 Milano si meritò la nomea di «capitale morale», immortalata nella raccolta di 300 mila documenti a stampa di Achille Bertarelli. Le icone migliori della collezione, contenuta nei musei Civici dello Sforzesco, saranno protagoniste del Castello di Carta, tre notti da venerdì 20 a domenica 22 in cui la luce e l’arte si trasformano in magia sui fronti architettonici del Cortile della Rocchetta, colorati da proiezioni che ripercorrono lo stile di vita della Belle Epoque ma anche della città contemporanea con le sue nuove torri e i suoi grattacieli.
«E’ un progetto che valorizza il legame del Castello con il 2015, ma anche le collezioni artistiche di un monumento che è la porta di Expo » ha detto l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. All’ingresso di piazza delle Armi, un tappeto di luci curate come il resto dello spettacolo dall’azienda bergamasca, leader nel mondo in fatto di illuminazione, Clay Paky. Gianroberto Costa, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, ha definito «elegante» la messinscena in cui lo spettatore farà un viaggio indietro nel tempo tra donne, uomini e macchine dipinte su manifesti e proiettate in gigantografia sulle mura.
Per carpire lo spettatore da lontano e invitarlo all’interno del cortile, la facciata del Castello sarà illuminato da grandiosi fasci di luce, accompagnati da musiche di Vangelis, Franz Lehàr, Dimitri Shostakovich. Sponsor, la Banca Mediolanum. Costo dell’operazione 55 mila euro. L’idea è nata dallo scenografo Sebastiano Romano ed è curata da Mariella Di Rao, mentre la responsabile della raccolta, Giovanna Mori, ha illustrato la figura di un collezionista in grado di raccogliere stampe del Tiepolo, Mantegna, Goya, Rembradt e Durer, ma anche le figurine Liebig e i calendari.
«Bertarelli era un uomo di mentalità avanzata- ha spiegato il sovrintendente Claudio Salsi - . Credeva nello sviluppo della bicicletta, soprattutto per le donne.
Aveva notato che sul lago di Como le donne erano condannate a portare i pesi di mezzo mulo, gli uomini invece di un quarto di mulo».Una curiosità. Aveva scritto un opuscolo intitolato «Inaugurazione del valico del Sempione. Esposizione di Milano 1905». Anche allora le date slittavano a causa di inconvenienti, speriamo non per corruzione.
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