Centri sociali in piazza Vetrine rotte e incendi

La violenza degli anarchici coperti dai passamontagna: assalto a quattro banche e cassonetti dati alle fiamme

Centri sociali in piazza Vetrine rotte e incendi

Continua la protesta degli anarchici della «Ardita pizzeria del popolo» sgomberati l'altro giorno da via Cola di Rienzo. Ieri mattina infatti alcuni dei giovani, calati i passamontagna in volto, hanno attaccando quattro banche e incendiato cassonetti. Poi sono tornati in «presidio» sotto il centro sociale, costringendo la polizia a chiudere alcune strade rendendo complessa la circolazione.

Un'azione di forza per tenere alta la tensione nella speranza di raccogliere rinforzi e dare vita a una robusta manifestazione di protesta. Ma alla fine i tre giovani che martedì erano sfuggiti allo sfratto rifugiandosi sul tetto, ieri sera sono scesi. Avevano ceduto già in mattinata gli altri due che avevano passato la notte sopra una gru.

È dunque destinata a durare a lungo la resistenza degli anarco insurrezionalisti, l'ala più dura e imprevedibile del magmatico movimento antagonista cittadino. I loro centri sociali sono sempre stati covi delle frange più estreme della sinistra radicale, non a caso qui di era infilato l'ex brigatista rosso Paolo Maurizio Ferrari, 68 anni, 30 dei quali passati in galera. Scarcerato nel 2004 è stato nuovamente arrestato per i disordini dei No Tav in Piemonte. Il loro attuale leader è Valerio Ferrandi, con già numerosi arresti e condanne e parecchi mesi passati al fresco. È figlio di Mario, il giovane fotografato in via De Amicis mentre spara contro la polizia nei cupi anni '70.

Nel tempo hanno occupato edifici in Ripa Ticinese, via Savona, via Giannone e a febbraio in via Cola di Rienzo 48, vecchio stabile di tre piani. Poco il loro lavoro «politico»: grandi bevute, grandi fumate di cannabis e poco altro. Irriducibili e violenti, sono chiusi in una sorta di autismo politico che li ha portati a un quasi totale isolamento dal resto del movimento. Così quando la polizia ha sgomberato lo Zam di via Olgiati, hanno espresso solidarietà Sel e Fiom. Per loro, silenzio assoluto.

Al presidio organizzato martedì in piazza Napoli sono sì giunte le delegazioni degli altri centri sociali, ma più che altro per dovere. Trovatisi soli hanno quindi ripiegato sulle consuete forme di resistenza: tre sono saliti sul tetto dello stabile sgomberato, due su un gru mentre un centinaio di «compagni» sfilavano per le vie del quartiere. Ieri i due della gru sono scesi, mentre giù in strada gli altri si sono calati i passamontagna. I giovani hanno assaltato le filiali Unicrediti di via Giovio e via D'Alviano e di Bnl di Bande Nere e Pagano, spaccando vetrine e lasciando scritte ingiuriose contro la polizia. Poi sono passati in viale Troya dove hanno gettato in strada e incendiato i cassonetti dei rifiuti.

Quindi sono tornati al presidio in piazza Napoli, costringendo la polizia a chiudere viale Misurata e la stessa Cola di Rienzo.

Ma è solo l'inizio, altre cortei e altre azioni sono attese nelle prossime ore. Quali, è difficili prevedere: dipenderà dai numeri che riusciranno a raggiungere.

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