Il Comune, i bambini e gli spazi pubblici

La nuova mostra interattiva dedicata ai bambini alla Rotonda della Besana arriva un anno e mezzo dopo quella sul Colore, che venne inaugurata nel maggio del 2017. Da quando (era il 2013) il centro Muba ricevette in concessione dalla giunta Pisapia il neonato museo pubblico con un contratto di otto anni più sei, le mostre-laboratorio sono state otto, per una media di circa una all'anno. Nulla da eccepire sulla professionalità degli operatori di questa associazione creata per lo sviluppo di progetti culturali dedicati all'infanzia. Chi scrive non conosce i termini della (lunghissima!) convenzione stipulata con il Comune e siamo certi che reperire le risorse per una stagione più dinamica e meno ripetitiva costituisca un impegno gravoso per una fondazione senza fini di lucro. Ma a maggior ragione stupisce il fatto che, a fronte di un ampio numero di associazioni che operano sul territorio in tutti i campi dedicati all'infanzia - dall'arte al teatro, dalla scienza allo sport - l'unico museo pubblico specializzato in materia debba essere esclusiva ad libitum di un'unica associazione, il Muba appunto. Che, evidentemente, fatica a garantire una programmazione variegata e accattivante per soddisfare la forte domanda delle famiglie di Milano e dintorni. Sarebbe forse quantomeno auspicabile un'equa rotazione che soddisferebbe le esigenze del pubblico e delle tante associazioni che tutto l'anno si adoperano con altrettanto impegno, professionalità e creatività.

Ma il pluralismo implicherebbe un impegno più attivo da parte del Comune nella gestione degli spazi pubblici, troppo spesso delegati in toto ai privati, indipendentemente dal risultato. E forse questo è chiedere troppo. MdM

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